|
Fabrizi Elena (detta anche Lella Fabrizi, meglio conosciuta come Sora Lella; Roma, 17 giugno 1915 – Roma, 9 agosto 1993), attrice e cuoca italiana. Ultima di sei fratelli (il maggiore dei quali era l'attore Aldo Fabrizi), prima di dedicarsi al cinema svolse l'attività di ristoratrice nella sua città natale, dove aprì una trattoria nella celebre piazza romana di Campo de' Fiori. Divenne poi famoso un altro ristorante da lei gestito assieme al marito e al figlio sull'Isola Tiberina, chiamato non a caso Sora Lella. La Sora Lella, com'era soprannominata, si dedicò poi al teatro ed al cinema, sulla scia del fratello Aldo: il suo esordio cinematografico arrivò piuttosto tardi, all'età di 43 anni, con il film I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, accanto a colonne del cinema italiano quali Totò, Gassman e Mastroianni. In questo film interpreta una delle tre "mamme adottive" dell'orfano Mario (Renato Salvatori). Prese parte poi a diverse commedie all'italiana, in cui sfoggiava il suo carattere bonario e il marcato accento romano: si possono ricordare Audace colpo dei soliti ignoti (1959) di Nanni Loy, I tartassati (1959) di Steno e C'eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola. Elena Fabrizi raggiunse la popolarità all'inizio degli anni ottanta, grazie a Carlo Verdone, che le fece interpretare il ruolo di sua nonna in due dei suoi primi film, Bianco, rosso e Verdone (1981) e Acqua e sapone (1983). La Sora Lella incarnava alla perfezione il ruolo dell'anziana nonna saggia, premurosa e allo stesso tempo pronta a ribattere e a punzecchiare gli interlocutori, in primo luogo il "nipote" Verdone; la sua spontanea romanità le dava poi quel tocco in più che le permetteva di essere così irresistibile. Carlo Verdone nella sua autobiografia Fatti coatti racconta come conobbe Elena Fabrizi: ai microfoni dell'emittente locale Radio Lazio la Sora Lella ogni mattina interveniva per dare consigli o per consolare le ascoltatrici che chiamavano per raccontare i problemi quotidiani, dai tradimenti del marito all'aumento dell'affitto, dai guai fisici ai tram in ritardo. Affascinato dal modo in cui sapeva consigliare le persone su qualsiasi argomento (farcendo i suoi interventi con classiche parolacce dette al posto giusto), Verdone decise d'incontrarla al bar dove era solita recarsi. Verdone racconta che quando le disse chi era e che la voleva come coprotagonista del suo nuovo film, la reazione di Lella fu: «Carlo Verdone l'attore? Ma mme stai a ccojonà o stai a ddì sur serio?». Verdone s'innamorò subito di questa tipica matrona romana, la quale a sua volta lo considerava come un vero nipote; il successo del film Bianco, rosso e Verdone confermò la bontà dell'intuizione di Verdone. Grazie alla sua interpretazione Lella vinse un Nastro d'Argento come miglior attrice esordiente; con il successivo Acqua e sapone si aggiudicò poi un David di Donatello come miglior attrice non protagonista. Recitò poi in alcuni film del filone trash italiano, come quelli della serie di Pierino con Alvaro Vitali. In questi film Elena Fabrizi, interpretava la parte di una nonna disperata alle prese con un nipote pestifero, Pierino/Alvaro Vitali. Se da un lato non poteva che essere disperata per i comportamenti e gli scarsi risultati del nipote, al tempo stesso aveva quella naturale comprensione che ogni nonna ha per il nipote. Grazie a queste parti divenne ben presto lo stereotipo della nonna italiana tutto cuore e qualche scapellotto e per tanti italiani, almeno per coloro che apprezzano la bontà delle persone, divenne la nonna che tutti vorrebbero.
|
|