PROFILI. GLI ANNI '80 DI LAURA ANTONELLI
Laura Antonelli, le età di una donna (1989)
Laura Antonelli è una donna di quarantacinque anni dalla bellezza serena, luminosa. Ho deciso di lasciare i ruoli di sex symbol, anche se io non mi sono mai vista così. Adesso che ho trovato la maturità interiore, mi piace scegliere ruoli più adatti a me, figure di donne che mi assomiglino, con le mie sconfitte, le mie paure e la mia voglia di vivere. E' vestita in modo semplice, tailleur verde salvia e camicetta severa di seta bianca, l' attrice che dopo la sua apparizione in Malizia ha fatto sognare una generazione di italiani, ed è sempre molto seducente. Si racconta con ironia, ricordando gli anni delle grandi timidezze, dell' infanzia infelice, solitaria. Con gli anni dice senza la malinconica superiorità dell' età ho acquistato maggior sicurezza, ho scoperto gli altri. Oggi mi piace comunicare con la gente, ho imparato a parlare di me. Laura Antonelli è una delle protagoniste di Disperatamente Giulia, la serie televisiva in sei puntate diretta da Enrico Maria Salerno, tratta dal best seller di Sveva Casati Modigliani, in onda domenica e lunedì su Canale 5. Nel film sono Carmen, la madre di Giulia, una donna che affronta le difficoltà con coraggio. Mi interessava questo personaggio: mi ha consentito di dar vita a una donna dai 23 ai 60 anni. Un personaggio femminile che si affaccia alla vita con uno sguardo sognante, pieno di speranza, ed è piegata dal dolore, dalla storia. Soprattutto ero curiosa di interpretarla dopo i quarant' anni, quando è ormai una donna vinta dalla vita, che si rifugia nel passato. Io sono curiosa, vivo nel futuro, il passato mi appartiene, è un scrigno prezioso per tutti noi, ma va aperto solo in caso di necessità. Antonelli da tre anni, con La venexiana e Gli indifferenti, ha voluto dare una svolta alla sua carriera: Io sono tra quelle donne che non vorrebbero tornare indietro. Mi sento molto meglio adesso, non ho paura di invecchiare, tanto meno di morire. Mi sono vista nello specchio, truccata da sessantenne, e quell' immagine mi ha fatto tenerezza. La stessa che provo per mia madre, che ha ottant' anni. Mi sono riavvicinata a lei molto tardi.... Della sua lunga carriera parla con passione, ma spiega che ha preferito dare sempre grande importanza alla vita privata: Il segreto per vivere bene è essere sempre innamorati spiega sorridendo io mi invento l' amore, anche quando non c' è. Devo sentirmi amata dai registi, dalle persone con cui lavoro: i miei rari momenti di depressione sono come dei temporali, mi servono ad essere più serena dopo.... Poi racconta della sua vita privata: Spesso ai miei uomini faccio anche da mamma. Cerco l' intelligenza, la bellezza interiore che rende affascinante anche un uomo non bello. Fra i tanti registi con cui ha lavorato, ricorda con particolare affetto Luchino Visconti, con cui ha girato L' innocente: Credo che avesse capito la mia timidezza, mi sentivo amata da lui, mi coccolava. Al primo ciak mi tremavano le gambe, poi finalmente ho detto la mia battuta, come voleva lui. Visconti amava molto gli attori, e credo che sia raro nel cinema, perché quasi tutti i registi vogliono essere anche attori. Si sente una star? Lo sono solo perché sono amata dal pubblico, che paga il biglietto per vedermi. In questo senso sì. Non sono certo una diva, vivo in campagna, mi piace il contatto con la natura. Sono arrivata a Roma quando avevo 21 anni, oggi è diventata una città aggressiva, dove è difficile vivere. Dai tempi di Malizia com' è cambiato il concetto di erotismo? Oggi si scopre tutto subito, non c' è mistero. Anche per fare la pubblicità a un detersivo si adotta il nudo.... Risponde con diplomazia a chi le chiede un giudizio su Serena Grandi e Francesca Dellera : Sono una donna e mi piacciono gli uomini, non mi va di giudicare le altre donne. La Dellera poi ha fatto ancora poco, Serena non la conosco. Una cosa è certa, le star oggi devono dire più spesso di no, perché ci si brucia prima di dieci anni fa. In questo senso sono stata fortunata perché ho vissuto gli ultimi anni d' oro del nostro cinema. (Repubblica — 22 settembre 1989 - ROMA)
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