PROFILI. GLI ANNI '80 DI SERENA GRANDI
Serena, che ci viene dal mondo dell'eros (1985)
... Ciccia odorosa / bianca e vermiglia / che meraviglia / l' amore con te / Ciccia succosa / dolce e salata / Che scorpacciata / l' amore con te...
. Canta Katyna Ranieri, su musica di Riz Ortolani, parole di Tinto Brass e di sua moglie, Carla Cipriani detta "Tinta". E' a conclusione delle due ore del film Miranda. Miranda è Serena Grandi: "Io non cerco, trovo" e Brass cita Picasso per raccontare del suo incontro con questa straordinaria creatura tutta "bianca e vermiglia", come dice la canzone del film, un trionfo della carne e della femminilità che neanche in Tiziano. "L' ho trovata sulla copertina di un giornaletto vecchio di due anni fa. Facevo i sopralluoghi per il film nelle campagne vicino a Ferrara, e ho inciampato con questa copertina, per terra. L' ho interpretato come un segno del destino...". Il "segno del destino" sullo schermo ha un sedere così, e lo mostra trionfante. Mostra il petto, i fianchi. Il sesso. Tutto sopramisura, grande, ricco, abbondante. Fuori dallo schermo, in una casa chiara, nuovissima, con mobili chiari, antichi, macchiati di bicchieri e teiere d' argento, è una moderna ragazza in jeans, scarpe da ginnastica rosa, scaldamuscoli rosa, pullover a trecce con sciarpa, rosa. Si è vergognata, si vergogna, adesso che il film uscirà su tutti gli schermi italiani? "Non più, ho avuto dei piccoli problemi, all' inizio. Adesso sono contentissima: grazie a Brass e a sua moglie che hanno lavorato a togliermi ogni ansia, ogni problema. E' importante trovare una famiglia, come quella formata da Tinto e Tinta, alla prima esperienza di lavoro come quello che io ho fatto: per me è stato come avere, al fianco, mio padre e mia madre. Devo tutto a loro, a lui soprattutto... Il mio produttore me lo diceva, "vedrai, a ottobre prossimo sarai famosissima...". Adesso è ottobre, credo che ci siamo, e io dico "mamma mia"... Sto vivendo un momento molto bello, molto intenso, anche molto difficile: mi arrivano molti, moltissimi copioni da scegliere, ma ogni giorno di più constato che purtroppo in Italia non c' è nessuno che sappia fare l' erotico. L' unico, il maestro, è lui, Brass...". Uno la vede, sui cartelloni, sullo schermo, in fotografia. E pensa che lei non esiste: è un sogno maschile fatto immagine da un mago come Rambaldi... Lei invece è viva, vera: chi è? quanti anni ha? da dove viene? Che taglia ha? "Sono nata a Bologna, ventisei anni fa. Cinque anni fa sono partita da Bologna per venire a Roma, e a Roma ho cominciato a studiare danza, ortofonia, canto. Vengo dalla borghesia: mio padre è un funzionario statale in pensione, mia madre casalinga. Io ho un diploma di tecnico di laboratorio di analisi cliniche: ho lavorato tre anni in un laboratorio aspettando di poter partire, scappare. Arrivando a Roma, ho subito trovato lavoro alle Tv private: facevo la presentatrice, ma ero negata per quel lavoro, lo facevo perchè tutti mi promettevano "pio, vedrà, canterà, ballerà...". Ho fatto qualche film: "Testa di cuoio", "Sturmtruppen n. 2", "Malamore". Ho studiato recitazione. E poi, per un anno e mezzo, ho girato l' Italia con uno spettacolo: tutti venivano a vedermi, se non altro per curiosità, "andiamo a vedere la ragazza di Gianni Morandi", e io facevo il pienone tutte le sere. Un giorno mi ha chiamato Tinto Brass... A lui devo tutto". Le sue misure, la sua taglia, le deve a se stessa: in che zona siamo? "Adesso sono dimagrita moltissimo: otto chili. Ho voluto dimagrire perchè non credo mi capiterà più di girare un altro film sugli anni 50: per un personaggio come Miranda, degli anni 50 appunto, ero giusta, e allora dài che mangiavo, durante la lavorazione del film, anche per riprendermi dalla fatica. Adesso basta. Ma non ho comunque nessuna intenzione di cancellare le mie forme, per carità. Se mi accorgessi che mi diminuisce il seno, ricomincerei subito a mangiare di nuovo". Quando ha cominciato a essere quella che è: ad avere questo sedere, questo petto, questi fianchi? "A quindici anni. E odiavo il mio corpo perchè era da donna, e non c' entrava niente con il viso che avevo, che era da bambina. Poi, col passare del tempo, ho fatto sì che quelli che credevo fossero i miei difetti, diventassero dei pregi: non ho neanche cercato di dimagrire, mi son detta "aspe
ttiamo che per una come me arrivi il momento giusto", ed ero sicura che sarebbe arrivato. Tenevo sul comodino le fotografie della Lollo, della Loren, della Mangano, e mi sentivo molto gratificata di essere un po' come loro: una rarità, oggi, in un mondo di silfidi e di androgine". Gli uomini? "A quindici anni mi davano molto fastidio i loro sguardi morbosi. Mi guardavano soprattutto gli uomini grandi, i ragazzi della mia età credo avessero paura di me... Del resto a me piace l' uomo più maturo. Con il ragazzo non so proprio cosa dire". Come ha vissuto la scoperta di essere "une femme à hommes"? "Oh, è stata una scoperta che mi ha reso molto felice. Ci ho giocato, ci gioco molto, come ci gioca la mia Miranda nel film. Mi fa sentire diversa dalle altre, ma in modo positivo: ne ricavo fiori, regali, cose che le donne di oggi neanche si sognano... Gioielli, sì: anche perle alla bella Otero. Un mio amante mi ha regalato adesso un cagnolino chihuahua: come quello dell' Abbe Lane degli anni 50, appunto...". Lei adatta i suoi pensieri al suo corpo antico, o qualche volta vorrebbe adattare il suo corpo ai pensieri? "I miei pensieri non sono adattati al mio corpo: io penso come una donna degli anni 80". E' fortunata in amore? "Sì, abbastanza. Certo non è facile far capire tante cose agli uomini. A meno che non si accettino uomini "capaci di adattarsi". Ma a me quelli non piacciono: a me piacciono uomini potenti, forti della loro autonomia. E con quelli i rapporti sono più difficili". Non è facile far accettare "Miranda"? "Gli uomini intelligenti sono felici del mio Miranda. Alcuni di loro preferiscono però non andare a vedermi. Altri si complimentano... Sa, io parlo al plurale. Come Miranda, anch' io, all' affermazione "è bello avere un uomo", rispondo con la domanda "uno alla volta?"". Con un corpo così, si è felici? "Felicissimi. Perchè con questo corpo si ottiene tutto quello che si vuole: è una chiave che apre tutte le porte". Cosa fa per il suo corpo? "Mi curo molto: dormo moltissimo, faccio danza, ginnastica, massaggi. E poi basta: fumo; se devo divertirmi e far tardi la notte, lo faccio; se devo fare l' amore, lo faccio, e se vengono le occhiaie, pazienza, ci sono bravissimi truccatori... Uno deve avere una vita sua, se non ha vita, non ha carica...". Miranda le assomiglia? "Molto. Anch' io, come lei, amo conquistare, più che essere conquistata. La penso come lei sulla vita in generale. Forse non sono spudorata come lei. Lei non ha sensi di colpa. Io, a volte, ne ho. Ho cercato di liberarmi, ma ancora non ci sono riuscita del tutto". Il sesso al cinema, e il sesso nella vita... Al cinema è, evidentemente, come farlo allo specchio, che lo moltiplica all' infinito: le piace di più? "Il sesso, come lo fa Tinto, è molto eccitante, molto caloroso, anche gioioso, buffo, divertente... Se ho fatto l' amore sul serio per esigenze di copione? Non proprio: non c' è mai stata penetrazione... Certo lui, Brass, voleva che le cose fossero più vere possibile. E ho avuto la fortuna di avere partners eccezionali: era una gioia fare scene d' amore con un bel ragazzo come quello che nel film fa l' americano, con Occhipinti, anche con Branciaroli, persino con Interlenghi. Comunque, per bello che sia stato, sul set, meglio fare l' amore nella vita, nella realtà". Anche lei, come tutte le donne con un bel petto e un bel sedere, vuole soprattutto che gli uomini le dicano "come sei intelligente"? "Mah, io prima aspiravo moltissimo a queste cose. Ora, siccome so di esserlo, intelligente, il giudizio degli uomini non è che mi interessi più di tanto". Cosa pensa delle donne che hanno fatto, e ancora fanno, in America per esempio, la battaglia contro il nudo femminile al cinema o in pubblicità? "Lo trovo assurdo. Il nudo femminile è talmente bello, che non capisco perchè non si debba far vedere. La donna oggetto non esiste. Basta che sia come deve essere una donna oggi: nuda, bella, e con le palle. Se no, siamo davanti alle donnette. E le donnette è giusto che non si spoglino, stiano a casa, e facciano le casalinghe... Io amo le donne, mi schiero sempr
e dalla loro parte, ma detesto quelle tra loro che non hanno ambizioni... Macchè donna-oggetto. La donna di oggi che dico io, deve essere soggetto: soggetto di desiderio". Qual è, dal suo punto di vista, la sua parte migliore? "Le gambe. E il cervello". Come sono gli uomini di oggi, dal suo angolo visuale: un po' come quelli di "Miranda", vogliosi e gnoccoloni, o che? "Dio mio, come faccio a parlare... Beh, diciamo che sono come dei bambini, ogni tanto bisogna sculacciarli, e comunque non hanno il coraggio che hanno le donne. Una donna lascia marito e figli per il suo amante; un uomo, in analoga situazione, preferisce aver moglie, tre figli, e l' amante il pomeriggio. Dio, come le detesto queste cose...". E le donne? "Mi trovo meglio, nella realtà, con gli uomini. Però ho amiche carissime e fidatissime: importanti, per me, che nonostante le apparenze, sono una chiusa, introversa... Le donne a me piacciono, ma nei miei confronti, prima o poi, verifico sempre che sono un po' invidiose. Del resto è normale". Ha un modello ideale: chi le piacerebbe essere, se non fosse Serena-Miranda? "Sophia Loren: una bella con attributi maschili, di quelle che piacciono a me". L' amore, per lei, è ridere come in "Miranda", o piangere e morire come nella maggior parte dei libri e dei film sull' argomento? "Ridere, ridere dalla mattina alla sera. Quando scelgo un uomo è perchè mi sveglia la mattina facendomi ridere, il che è molto difficile per una come me che ha la pressione bassa". Rispetto, per esempio, alle Milo o alle Magalì Nol dei film di Fellini, lei, come si vede? "Completamente diversa. La mia Miranda è una donna di polso, con un carattere. Le Milo e le Nol di Fellini sono bambolone senza personalità... Avrei molta paura a girare un film con Fellini: ha una visione della donna che non mi piace. E poi non è vero che aiuta le donne ad avere successo". IL REGISTA PARLA DI SE' E DELLA PROTAGONISTA TINTO BRASS: IL SOLO TABU' E' OGGI L' INVIDIA DEL PENE E Tinto Brass, l' autore, il regista, "quello che di sesso, sì che se ne intende" (da "Salon Kitty" ier l' altro a "La chiave" appena ieri) che dice? Che dice di questa sua Serena-"Miranda"? Sorride, beato: "Miranda sono io...". "Miranda è un farfallone amoroso, per dirla con Mozart, che non a caso ha una lunga citazione, musicale naturalmente, nel film. Ha un approccio disincantato, disinibito alla sessualità che non è frutto della mia fantasia: nello scrivere il film mi sono ricordato di certe contadine isolane, quelle di Burano, che sentivo parlare tra loro nella mia giovinezza, e che raccontavano le loro notti con i loro uomini...". "Considero quella di Serena Grandi una scelta felice: se gli attori, dal mio punto di vista, sono degli strumenti musicali che possono andare dallo Stradivarius al violino comune, lei, come strumento, al di là della bravura, ha quel qualcosa di più che io cercavo, ha una "diversità" che si chiama "magia", "carisma", quello della diva... Fa l' amore, e ride. E questo l' ho voluto io. Vedo tanti cosiddetti epigoni del neo-erotismo, e dove non sono d' accordo con loro è nel raccontare il sesso ancora come tabù, come peccato, riproponendo il solito duo "eros" e "thanatos". Il peccato oggi non c' è più: nessuno oggi vive il sesso, la sensualità come peccato. E allora è giusto raccontarli come io li racconto: una cosa gioiosa, che si sposa anche con i sentimenti, e fa parte integrante della quotidianità, della vita, non della morte...". "No, io non sono un inventore. E per questo ho un rapporto difficile con la critica che vuole misurarsi con la ricerca, possibilmente drammatica, anche sul piano del linguaggio: lo scopo del critico non è di godere del film, come è per il pubblico, ma di godere dello scrivere il suo pezzo... Sono come gli assaggiatori di vino, costretti dal mestiere a sciacquarsi la bocca e sputare, senza trangugiare...". "Paura del sequestro? Ma no, perchè? Il sesso maschile, che è l' unico vero tabù - l' invidia del pene non è un complesso delle donne ma degli uomini - si vede pochissimo. Si vede molto il sesso femminile, è vero. E a questo pr
oposito risponderò con Flaubert: "uno non sceglie la materia della propria scrittura, si sottomette ad essa"...". (Repubblica — 18 ottobre 1985 - ROMA)
|