Era San Benedetto


Dramma d'amore a San Benedetto del Tronto (1882)

         Solitamente vado a setacciare i giornali del passato per scovare articoli interessanti, da rielaborare e raccontare. Mi sono imbattuto in questo articolo del Corriere Abruzzese del 10 dicembre 1892 ed ho letto questa storia d'amore dal tragico epilogo: non ho voluto toccarla minimamente. La cosa migliore era quella di copiare integralmente l'articolo. Forse un giorno qualche discendente di questi due tragici amanti potrà scoprire la storia che ebbe il suo epilogo a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)

         Francesco Trevisani di Vito nato ad Alberobello, residente in Andria, studente Liceale di quasi 20 anni e Ada Lattanzi di Alessandro della stessa età, nata a Bologna e residente in Bari, sono i due protagonisti della terribile quanto commovente scena.
         Il padre del Trevisani esercita le funzione di Segretario Comunale in Andria e quello della Lattanzi è Capo dell'ufficio metrico a Bari.
         Si amavano ciecamente da circa due anni, e fin dal primo momento si giurarono eterna fede.
         Non è da stupire, siccome bene spesso succede, ch'essi incominciassero a confidarsi segretamente per iscritto, tanto che le loro famiglie non erano a parte della reciproca affezione, la quale col proseguire del tempo divenne tanto ferma e leale da non temere ostacoli per troncarla.
         E siccome negli amori non mancano mai tribolazioni, così fu in quello dei due poveri Francesco ed Ada, ai quali venne contrastata vivamente la loro unione dai rispettivi genitori.
         Essi pertanto tenendo in non cale le loro proibizioni seguitarono e rafforzarono anche la loro relazione tanto che stimarono opportuno di prendere il volo dal tetto che inveiva contro la loro legittima unione.
         E perciò la sera del 5 Novembre scorso, muniti di qualche peculio, partirono nascostamente da Bari, e qual ramo di riposo, e può dirsi anche di eterno riposo fu la ridente Cittadina dii Sambenedetto del Tronto, ove i due colombi vennero a fermarsi.
         Abitavano in una modesta casa, ove le cure più affettuose non venivano loro negate, ed essi sempre sentimentalmente concitati sorrideano ad ogni più mite confidenza, ad ogni sorriso di chiunque li avesse accostati. Fecero una corsa nella vicina Ancona per isvago ma l'animo loro era sempre afflitto.
         Quali colombi indivisibili, essi non muovevano piede se l'uno non faceva seguito all'altro, tanto che in città tutti li credevano una coppia veramente felice.
         E difatti chi mai avrebbe potuto dubitare che essi accarezzassero così nascostamente tanto terribile risoluzione? Nella loro ingenua movenza fermavansi in qualche negozio e con la indifferenza la più originale acquistavano merci senza fare ostacoli senza negoziare o stiracchiare, insomma il loro colorito apparente era quello degli angioli, mentre più che angioli calmi e sereni erano vittime di crudeli passioni. Quante volte, estenuati dalle lunghe passeggiate, venivano a fermarsi al negozio di una fruttivendola, ed a questa, in ispecie l'Ada, faceva domanda: è mai successo in questi luoghi che si sieno suicidati moglie e marito?... e seguitava poi col far risaltare dicendo: che la morte è un nonnulla; se viviamo oggi, chissà domani?...
         Il più delle volte li vedemmo visitare il luogo santo dell'eterno riposo e da questo escire forsennati e fors'anche scostati l'uno dall'altro, asciugandosi entrambi e di nascosto qualche lagrima.
         La sera del 2 Decembre senza che niuno potesse penetrare nelle loro funeste idee, come di solito si ritirarono in camera.
         La mattina del 3 nell'ora che solevano prender latte si picchiò alla porta una prima volta, una seconda e poi una terza senza aver cenno né di rumore, né di risposta!... mille furono le supposizioni: saran partiti?... dormiranno? saran morti?,,, L'ora avanzata si faceva sempre più sospetta; fu allora che il proprietario a scanso di responsabilità ne fece avvisata l'Autorità giudiziaria, la quale gettando a terra l'uscio ebbe a vedere atterrita il tremendo spettacolo!... I due amanti furon trovati cadaveri ed adagiati nel proprio letto vestiti a festa: quasi abbracciati come che filassero l'ultimo idillio d'Amore. Poveri giovani!!...
         Il braccio destro di lui cingeva la vita della sposa e lei riposava la sua fresca testolina nel seno del suo amante. La ferale scena era stata eseguita con mirabile freddezza e rassegnazione perché fu preso ogni possibile provvedimento onde essa avesse il fine prescritto. Più che trovarli nella posizione naturale del letto furon rinvenuti colle teste in fondo di esso per modo da respirare più facilmente il fluido dell'acido carbonico preparato in un braciere a piè del letto istesso; tutte le più piccole fessure eran state chiuse ermeticamente con pannolini, e i suicidi erano giunti perfino ad otturarsi con bombace narici ed orecchie.
         Sotto i due capezzali furon trovate varie lettere a diversi indirizzi e fra le quali una dove si manifestavano le ultime volontà dei disgraziati di essere cioè seppelliti insieme. Sotto il capezzale dello sposo fu rinvenuto anche un revolver, e diverse cariche erano poste sopra il divano.
         Ora si sa che avevano spedita già una lettera a Bari ad un pubblicista di colà; il quale, apertala, riconobbe i caratteri del Trevisani, che narrava lungamente, e con fioritura di frasi retoriche, il suo amore per la fanciulla, che lo corrispondeva con pari ardore. Ada, poiché non poteva sposarsi a lui, aveva deciso di uccidersi: allora pensarono di morire insieme: e questo avrebbero fatto tra poco. La lunga lettera era stata scritta a diverse riprese: l'ultima parte, brevissima, era d'una calligrafia incerta ed irregolare. Seguivano però due linee scritte dalla fanciulla con mano fermissima: esse dicevano: “Muoio felice col mio Francesco – Permetto che si pubblichi questa lettera – Ada Lattanzi”. I commenti della popolazione di Sambenedetto sono stati vari, ed il raccapriccio maggiore è stato questo – che i parenti non sono neppure accorsi a rivedere le sembianze mortali dei due disgraziati. Ada era già incinta! Pace a loro!


        Federico Adamoli

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