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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
medico, politico, Teramo (10-9-1881). discorso valgono tant'oro: "Se vogliamo, egli diceva, che le nostre classi operaie traggano reale vantaggio dalle scuole primarie più che solleticare la loro ambizione con gli esempi dei Grant, dei Thiers, dei Lincoln, che da oscura origine salirono alle prime dignità sociali, procuriamo che si cancelli dalla loro mente il dannoso errore che solo per via delle lettere, delle scienze e degl'impieghi acquistar si possa ricchezza e rinomanza". Se queste idee fossero bene impresse nella mente degli allievi, non si creerebbe la classe degli spostati, una delle piaghe della società moderna. Tutti lo videro assiduo negli esami delle scuole comunali della città e di tutte le borgate sotto il sole canicolare della estate di quest'anno, non risparmiando né fatica, né diligenza di sorta per vedere se attendevano al loro dovere i maestri, se attendevano agli studii i discepoli. Che più? Veniva il commissario di pedagogia, ed egli assisteva alle conferenze non solo, ma vi prendeva parte attiva, ed un lusinghiero indirizzo si aveva perciò dagl'insegnanti pubblicato nel numero 73 del Corriere abruzzese, in quell'istesso numero che annunziava la sua morte. E la morte, la inesorabile Parca lo attendeva
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