![]() |
L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
latinista, Napoli (21-4-1883). ch'egli non abbia trattato nel corso di quasi mezzo secolo, con la lingua di Virgilio, di Ovidio e Lucrezio. Forse cantò troppo e troppe cose, ma appunto in ciò sta il suo valore, avendo fatto vivere nella vita moderna una lingua morta da diciannove secoli. Non v'è stato fatto, nazionale o mondiale, compiutosi in questo secolo, non v'è stata invenzione scientifica che non abbia trovato il suo cantore in Quintino Guanciali. Le nozze, anche di privati, gli ispiravano la vena poetica, ed è notevole la sua poesia per Domenico Savini, quando questi sposò la signora Rozzi. Quando i moderni latinisti avranno saputo co' loro arzigogoli filologici, fare la metà di quello che il Guanciali ha pubblicato in quarantatre anni, allora potranno dire di saper balbettare la lingua latina. Il sindaco di Loreto aprutino, patria del conte Guanciali, appena ebbe a conoscere la notizia della morte di lui, inviò alla vedova il seguente dispaccio: "Teresa Guanciali - Napoli - Giunta municipale Loreto aprutino interprete sentimenti cittadinanza, esprime V. signoria sensi profondo cordoglio irreparabile perdita illustre concittadino". Dalla signora Guanciali si aveva in risposta quanto segue: "Profondamente
|