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Edizioni della Divina Commedia

      Anche il divino poema fu condannato dalla Inquisizione spagnuola (nell'Indice espurgatorio stampato a Madrid nel 1614), e furono giudicati come espellendi i versi 8 e 9 del canto XI dell'Inferno; i versi 116-118 del XIX dell'Inferno, e dal verso 136, IX del Paradiso sino alla fine del canto; ma la stessa Inquisizione non fa più cenno di questi scrupoli nell'Index novissimus librorum expurgandorum del 1747.
      Fra le edizioni della Divina Commedia più preziose pei bibliofili vuolsi citare quella di G. Numeister ed Evangelista Mei, apparsa a Foligno nel 1472; dei Teutonici, apparsa nello stesso anno a Mantova: quella di Napoli 1477; del Vindelino da Spira, in Venezia (1477); di Milano, detta la Nidobeatina (1477-1478); di Firenze, col commento del Landino (1471); l'edizione Aldina (1502): del Giunta (1506); del Marcolini (Venezia 1544); del Cappuri (Lucca 1732), col commento del Venturi; del Bodoni (Parma 1795); del Mussi (Milano 1809); di Firenze, colle incisioni dell'Adamolli e del Nenci (1817-9).
      Fra le traduzioni della Divina Commedia voglionsi citare quelle in versi latini del Coluccio Salutati, di Antonio della Marca, di Matteo Ronto, di Gian Paolo Dolfin, dell'abate Giovan Girolamo Carli, tuttavia inedite; quelle in prosa latina pure inedite di Giovanni da Serravalle e Paolo Veneto Eremitano. — Carlo d'Acquino pubblicò una traduzione in versi latini nel 1707, ricomparsa nel 1728. — Diverse parti del poema furono tradotte in versi latini da Carlo Lebeau, Testa, Catellani, Gaetano della Piazza, ecc.
      Fra le traduzioni francesi, oltre le citate nell'articolo, voglionsi annoverare quelle di Moutonnet de Clairsons (Firenze 1776), Rivarol (il solo Inferno) (Londra 1783), Colbert d'Estouteville (Parigi 1796), Artaud de Montor (ivi 1811-13), H. Terrasson (il solo Inferno) (ivi 1817), Brait de la Mathe (il solo Inferno) (ivi 1823), J. C. Tarver (il solo Inferno) (Londra 1826), A. Deschamps (Parigi 1829), Gourbillon (ivi 1831), Pier Angelo Fiorentino (ivi 1840 e 1843), Briseux (ivi 1842), Aroux (ivi 1842), Lamennais (1855).
      Fra le traduzioni tedesche, oltre quelle dei già citati Kopisch, Graul e del re Giovanni di Sassonia sotto il pseudonimo di Filarete, sono a ricordarsi quelle di Jagemann, Streckfuss, Heigelin. — Intorno a Dante scrissero belle monografie biografiche, critiche ed estetiche il Boccaccio, il Panciatichi, il L. Aretino, il Manetti, il Pelli, il Chabanon, Giuseppe de Cesare, Cesare Balbo, Melchiorre Missirini, Savelli, Valtancoli, Artaud, Alessandro Torri, Puymaigre, lo Schlosser, ed ultimamente Floto Hartwig nella molto lodata opera Dante Alighieri sein Leben and seine Werke (Stoccarda 1858). — Per maggiori notizie bibliografiche si consulti il già citato Batines, Bibliografia dantesca, e le giunte alla medesima dell'illustre dantista De Witte.
      (Fonte: Nuova Enciclopedia Italiana di Gerolamo Boccardo, 1879)