Edizioni
Ai codici fanno seguito le edizioni, delle quali se ne conoscono ventidue del Quattrocento, primizie della tipografia: trentanove del secolo successivo; quattro sole del Seicento; non più di sette nella prima, e ventuna nella seconda metà del XVIII secolo; e infine, dopo il 1800, più che un centinajo. Per la collazione dei codici e l'emendazione del testo si hanno a distinguere cinque età: la prima degli incunabuli, tra' quali sono famose l'edizione Vindeliniana (Dante col commento di Benvenuto da Imola, impresso in Venezia per Vindelino di Spira, 1477), e la Nidobeatina (Dantis Comoedia cum commentariis, Mediolani 1477-78, in-fol. gr., edente M. P. Nidobeato Novariensi).
La seconda età comincia colla pubblicazione delle collazioni del Landino (Commento di Cristoforo Landino Fiorentino sopra la Commedia di Dante Alighieri, poeta fiorentino, in-fol. gr., impresso in Firenze da Niccolò della Magna, 1481), e va fino all'edizione di Aldo (Le terze rime di Dante, Venezia, in aed. Ald., 1502, in-8°), che apre il terzo periodo, illustrato dall'edizione dei Giunta (Firenze 1506), del Giolito (Venezia 1555) e del Sessa (ivi 1564). Il quarto periodo s'apre coll'edizione della Crusca, nota sotto il nome di Volgata (La Divina Commedia di Dante Alighieri, nobile fiorentino, ridotta a miglior letione dagli accademici della Crusca. Firenze, per Domenico Manzani, 1595, in-8°), che fu ripetuta nel 1717 in Napoli (presso Francesco Vaino, in-12°), e nel 1727, con aggiunta d'indici copiosissimi, in Padova (presso Giuseppe Cornino, 3 vol. in-8°) per opera del Volpi.
La quinta età delle edizioni di Dante fu inaugurata dal Lombardi, che valendosi, per la collazione delle varianti, del testo della Nidobeatina e dei codici più celebri sparsi nelle diverse regioni d'Italia, contrappose il suo testo, vagliato con nuova critica, al testo della Volgata, nel quale i Cruscanti avevano seguito col solito studio d'esclusività i codici, scritti in Toscana (La Divina Commedia di Dante Alighieri nuovamente corretta, spiegata e difesa da I. B. L. M. C. Roma, presso Antonio Fulgoni, 3 vol. in-4°; è la prima edizione romana di Dante; nel 1728 l'Inquisizione non aveva permesso in Roma la pubblicazione della bella traduzione del sacro poema in esametri latini del D'Acquino, tuttoché mutilata).
|
|