Intorno le conoscenze biologiche e di Michelangelo Asson
— 14 —
T universo| e in mezzo a questi dell'uomo| tra sè e il proprio facitore.
Qui la poesia| temprala ai concetti della filosofia specialmente platonica| e del cristiano ascetticismo| forniva all' ortodossia di Dante espressioni che| senza peccare di panteismo o di emanatismo| adattano alla debole intelligenza dell' uomo e spiegano il divino impulso creatore| e T incessante procedimento onde f universo| che uscì organato dall' infinita mente| indefinitivamente si perpetua. Gli esseri creati| immortali e mortali| vi si presentano come splendore di un' idea che Iddio partorì amando (Par. c. uh ) : una luce| che trapassa dal Creatore alle sfere e alle intelligenze che le muovono| e da queste alle mondane creature| riflettuta e come specchiata| tutte le penetra| senza perdere unità e sostanza| e ne informa la materia| eh' è potenza| dalla quale sola dipende le disformità degli esseri (Ibid.) : un atto| che| da Dio movendo| dall' uno all' altro circolo| dall' una all' altra gerarchia di esseri si propaghi sì che i superiori tirando sempre verso la prima cagione gì' inferiori| tutti (come dice il poeta ) sono tirati e tirino ( Parad. c. xxvm ). A questo punto la ragione si arresta| un abisso di luce I' abbarbaglia e| se osa inoltrarsi| si fa errante e smarrisce. Dessa non può comprendere separate e purette la materia e la forma| che l'atto creativo trae dal nulla e riunisce| con varia ragione| per formare gli esseri nella loro graduale gerarchia ( Parad. c. xxix ). Gli esseri concettuali o ideali| quindi tutte le cose ascendenti e trascendentali| che formano parte di questo mirabile nesso| Dio| gli angeli| 1' anima umana| si presentano alla debole nostra mente| siccome al senso i corpi diafani| senza spiccati termini ( Convito| tratt. ih| cap. iv )| come un esterno splendore all' occhio attraverso il velame del-
| |
Dante Iddio Par Creatore Ibid Dio Parad Parad Dio Convito
|