Omaggio a Dante Alighieri di
\ 2 RAGIONAMENTO INTORNO AL VERO SENSOimpartire Yassoluzione. L'Angelo aggirò l'una e l'altra chiave| e dischiuse la porta: egli dunque| dopo formato un giudizio favorevole| assolvè Dante.
Il quale alla sua volta fornì tutto il dovere di ottimo penitente. Il suo atteggiamento fu qual si conviene a chi dimanda misericordia| confessando di esser reo: umiltà cioè per la conoscenza delle proprie colpe| e confidenza per la considerazione della divina bontà. Ma come si appressò all'Angelo| Tre volte nel petto si diede: ed è quello che fanno i penitenti nell' accusa generale del Confiteor. Il che però non sarebbe bastato. Perciocché quell'Angelo non solo è figura del Sacerdote per la ragione| che abbiamo teste notata; ma come tale è di più soggetto ad errore nel giudizio. Posta la quale condizione di fallibilità| Pietro lo avea avvertito| che nel dubbio di errare fosse inchinevole piuttosto alla benignità| che non al rigore. Il perchè| se Dante volle godere il sovrano benefizio dell' assoluzione| che in un Sagramento istituito per forma di giudizio non si dee pronunziare senza la piena cognizione della causa| fu necessario che discoprisse a quel Ministro tutta la sua coscienza| colla esattezza e precisione che vogliono i Teologi.
Ed egli stesso ebbe cura di significarcelo| anche più espressamente| in quella che adunò insieme i simboli che denotano le disposizioni del penitente. Perocché disse| che egli si trasse all'Angelo per tre gradi; il primo de' quali era sì terso e smagliante| che ne rifletteva tutta piena ed intera la immagine. Ecco la sembianza della sua anima| prodotta nella sua verità dalla sincera manifestazione della coscienza colla orale confessione.
| |
Yassoluzione Angelo Dante Angelo Confiteor Angelo Sacerdote Pietro Dante Sagramento Ministro Teologi Angelo
|