Omaggio a Dante Alighieri di
ALLEGORICO DELLA DIVINA COMMEDIA I (Jdel peccato. Questa dunque conseguì Dante| e questa per conseguenza si propose di conseguire.
Nò fanno difficoltà le parole di Virgilio a Catone| dalle quali si vorrebbe argomentare| che la libertà| di cui Dante andava in cerca| fosse della stessa specie| che la libertà per la quale Catone si privò della vita. Quel luogo anzi .dimostra il contrario. Ed a farne convinti | oltre alle molte buone considerazioni| che arrecano su quel proposito gli antichi Commentatori| basta quest'ima| che Catone è personaggio allegorico| sì nelle sue qualità| sì nelle sue attribuzioni. Il che messo| ne conseguita| che la libertà| che vi è mentovata| non può essere altro che figura di quella che Dante si studiava di acquistare. Adunque per ciò stesso| che la libertà| per la quale Catone si diè la morte| fu politica; la libertà| per l'acquisto della quale Dante pellegrinava| non dovea esser politica. Il quale ragionamento| dedotto ^ dalle ragioni estetiche della cosa| riceve la piena evidenza da ciò che si è veduto avere lo stesso Autore attestato| affermando nella fine di tutto il viaggio| che il flutto di esso era stata la libertà dello spirito.
E già| prima di questa intramessa| eravamo giunti a scoprire| che Dante per quella parte di via| per la' quale lo avevamo accompagnato| si era procacciato la liberazione dal reato della colpa e dal debito della pena temporale| lo spogliamento degli abiti rei| e finalmente la scioltezza e agilità delle potenze| quanto ad operare il bene. Oltre al quale segno di libertà spirituale parrebbe| che non fosse altro a desiderare. Ma pure non è così.
Conciossiachè| antecedentemente a tutti i peccati attuali è un'altra magagna nel libero arbitrio ; la in-
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