Omaggio a Dante Alighieri di
ALLEGORICO DELLA DIVINA COMMEDIA I (JDante in contraddizione con se stesso. In effetto sarebbe falsa| perchò supporrebbe| che quanti avessero tolti da se tutti gì' impedimenti all' ultimo fine | dovrebbero ipso facto sentirsi trasportare anima e corpo in Paradiso : la quale assurdità non potea certo capire nella mente nè di Beatrice nè di Dante. Porrebbe inoltro una contraddizione nel Poema ; poiché non più che pochi versi prima del luogo testò commentato | Dante parlando di quel suo elevamento ne' cieli| secondo la esigenza della finzione poetica| ossia nel senso letterale| dico di non sapere| se egli fosse assunto con tutto il corpo alla visione delle cose celesti| o vi fosse levato solamente in ispirito:
S'io era sol di me quel che creastiNovellamente 4| Amor che il ciel governi| Tu '1 sai| che col tuo lume mi levasti 2.
Il quale dubbio non potrebbe aver luogo| se poco appresso dovea stabilire| che egli era trasportato con tutto sè| come appunto esigerebbe la spiegazione di Beatrice| se fosse da intendere letteralmente.
Adunque la spiegazione di Beatrice non può appartenere alle ragioni del senso letterale propriamente detto ; o | per dirla secondo la formola degli Esegeti| il senso letterale di quel luogo non e l'immediato| che proverrebbe dal significato naturale delle parole| ma è quello dell'allegoria| che solo è inteso dall'Autore.
Il che posto| essendo che 1' elevazione di Dante su pe' Cieli| secondo Beatrice | altro non è che un rapido movimento di lui| già privo di qualsivoglia impedi-
1 Cioè se io era solamente coli' anima| clic è la parte di noi prodotta novellamente da Dio| ossia per immediata creazione.
2 Par. i| 73.
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