Omaggio a Dante Alighieri di
ALLEGORICO DELLA DIVINA COMMEDIA I (Jdirci| clic c figura dell'Uomo in generale. Ma siate benedetti ! percliò dunque fare gli scandalezzati di una semplice figura? La quale dall'altro canto riesce acconcissima al fine estetico e morale della poesia| producendo dall' una parte il sommo ideale per rispetto alla miseria umana| e dimostrando dall' altra la infinita efficacia della grazia| dove più era soprabbondata la colpa.
Le quali considerazioni gioveranno ancora a disnebbiare ogni difficoltà intorno alla Lupa| simbolo dell' a-varizia. Perocché dicono| non potersi intendere come Dante si faccia ricacciare ne' vizii dalla passione di avarizia | massime nel paragone delle altre due passioni | che certo poteano avere più presa nelF animo di lui. Or la cosa non dovea accadere diversamente| posto che Dante intendeva significare il stìo studio di convertirsi| e i contrasti che gli doveano venire dalle tre passioni capitali. E di fatti l'avarizia| intesa nel suo pieno concetto di cupidità de'beni temporali| e| per l'oracolo infallibile delle divine Scritture| radice di tutti i peccati : Radix omnium malorum est cupi-ditas nel testo greco cpiXcipyupla| cioè cupidità della pecunia. Della quale sentenza S. Tommaso rende questa spiegazione| che la pecunia| come rappresentante di tutti gli altri beni temporali| i quali e ordinata a procacciare | ha ragione | rispetto a questi | di bene universale| e quindi maggior potenza di muovere i de-siderii| concentrando in se la forza allettatrice di ciascheduno di quelli 2. Per la ragion de' contrarli la povertà di spirito | che è mortificazione di cotesta cupidità | sino a un certo segno necessaria ad ogni Cri-
1 i Timo ih. vi| 10
- Priiu. sec. quii est. lxxxiv| art. i.
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