Omaggio a Dante Alighieri di
r>g ragionamento intorno al vero senso clitas munque| societate hominum spreta| quaerit aliena; caritas vero| spretis aliis omnibus| Deum et hominem; et per consequens bonum hominis. Cumque inter alia bona hominis potissimum sit in pace vivere (ut supra dicebatur)| et hoc operetur maxime atque potissime iustitia; charitas maxime institiam vigorabit| et potior potius.
Le quali sentenze riescono in questo| che il Monarca| essendo signore di tutto non può dar luogo nell'animo suo alla cupidità| da cui ha impedimento la giustizia. Egli dunque è messo in condizione di esser giustissimo| e quindi d'impedire ogni offesa| che la cupidità potesse fare ai dritti altrui. Inoltre| per ciò stesso che non cupido| egli sarà soggetto dispostissimo all'amore universale| siccome scevro de'gravissimi ostacoli che provengono dagl'interessi particolari: e questo amore gli rinvigorirà nel medesimo tempo la giustizia. Il Monarca giustissimo| il Monarca amantissimo de'suoi popoli procaccerà finalmente il miglior bene della società| che è la pace universale. Non è questo il commento| dettato da Dante stesso| de'celebri versi intorno al Veltro:
Questi non ciberà terra nè peltro .
Ma sapienza| amore e virtute?
Sarà dunque il Monarca il Veltro di Dante? L'impresa del Veltro e| secondo il pronostico di lui| senza dubbio quella di stabilire la Monarchia| distruggendo il cattivo governo e la cupidità degli ordini sociali. Ma i testi del Poema fanno intendere| che non la compirà il Monarca immediatamente| ma sì un altro per lui. E chi sia questo personaggio in individuo| che importa sa-
' Mori. lil). i| r. xii.
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