Omaggio a Dante Alighieri di
DEL POEMA SACRO DI DANTE 71 "
nipote| clic morì diciottenne ; e ne fu questo episodio l'immortale epitaffio| pagato al poeta con somma ingente di oro.
Virgilio di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto congiunse le lodi con quelle di Romolo e dell' imperio romano dal verso 718 lib. vi.
In compagnia dell'avo [Amulio) Romolo se ne vien di Marte il figlio| Di Roma il padre. Al mondo Ilia darallo ' Della stirpe d'Assaraco un rampollo. Vedil colà| ch'ha in su la testa un elmo Con due cimieri| e tal che il padre stesso Già par che in 'cielo e nel suo seggio il ponga. Questi| figlio| sarà quel grand'eroe| Onde i suoi primi gloriosi auspici Avrà l'inclita Roma| quella Roma Che| sette monti entro al suo cerchio accolti| Tanto si stenderà| che fia con l'armi Uguale al mondo| e con le menti al cielo.
Nota V universalità| e la sovrumana sapienza| e quasi celeste della romana politica.
Imperimi terris| cinimos aequabit Olympo
Fu Virgilio quasi profeta di Roma Papale cattolica ed infallibile nel reggimento Pontificale.
Or qui| figliuolo| ambe le luci affisa A mirar la tua gente e i tuoi Romani. Cesare è qui| qui la progenie è tutta Del grande Iulo| a cui già s'apre il ciclo. Questi| questi è colui che tante volte T'è già promesso| il gran Cesare Augusto| Di divo padre figlio| e divo anch'egli. Per lui risorgerà quel secol d'oro| Quel del vecchio Saturno antico regno| Che fe '1 Lazio sì bello| e '1 mondo tutto.. Questi oltre ai Garamanti ed oltre agi'Tildi
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