Omaggio a Dante Alighieri di
dell' inferno l 1 iLa Vita Nova dell'Alighieri si conchiude in queste
parole « Appresso.....apparve a me una mira visione|
nella quale io vidi cose che mi fecero proporre non dir più di questa benedetta (Beatrice) infìn tanto eh' io non potessi più degnamente trattar di lei.| E divenire a ciò io studio quanto posso | siccom'ella sa veramente. Sicché se piacere sarà di Colui per cui tutte cose vivono che la mia vita per alquanto perseveri| spero dire di Lei quello che mai non fu detto d'alcuna ». Considerando la Vita poetica di Dante| non si trova che dopo le amorose visioni descritte nella Vita Nova altra mira visione egli avesse| se non quella onde fece principio alla sua Comedia. E ciò che soggiunge appresso « di avere per questa Visione proposto non dir più di Beatrice| finché non potesse più degnamente trattar di Lei| » molto ben si compone col divisamento del suo poema| in cui per tutte le due Cantiche dell'Inferno e del Purgatorio non si tratta di quella benedetta. Buone adunque sono le ragioni che ne persuadono annodarsi colla Vita Nova la visione iniziativa della Comedia: il senso della quale| secondo che parve a noi verisimile| verremo qui appresso dichiarando.
La Visione contiene in se due parti. La prima tratta dello scampo del Poeta dal pericolo di morir nella valle. La seconda del suo viaggio verso il monte| e dei conforti che ebbe da Virgilio a proseguirlo per altra via.
Dante formato alla scuola del gran Mantovano prese le mosse pel suo Poema da quei versi del sesto dell'Eneide:
.......facilis descensus Averni
Sed revocare gradum| superasque evadere ad auras| Hoc opus| hic labor est. Pauci quos acquus amavit
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