Omaggio a Dante Alighieri di

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      i 0 4 lettura sul canto primoindicandosi esclusivamento con essa il senso d'una gran paura. Lago del core poi è qui posto | non già per indicarne una parte determinata del cuore| ma per esprimere quell' alterazione| e quasi sospensione del corso sanguigno che accade nell' atto di una paura| ristagnando per quel tratto il sangue nel cuore | e quasi allargandolo.
      E come quei| che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva| Si volge all'acqua perigliosa| e guata.
      Pelago non si dice solamente del mare| ma ben anche del filo d'ogni corrente d'acqua vorticosa e difficile a passarsi. Virgilioil gran maestro diede nome di pelago alla corrente del Timavo (pelago premit arva sonanti).
      Cosi l'animo mio che ancor fuggiva;
      E V operazione della mente sempre di maggior durata che quella del corpo| mantenendosi dopo l'atto | come in oscillazione.
      Si volse retro a rimirar lo passo| Che non lasciò giammai persona viva:
      cioè che mai non permise a persona di vivere di gloriosa vita ; essendo in quella valle vera morte di spirito sotto il peso della materia e la tirannide delle passioni.
      Qui finisce la prima parte della Visione ammirevole di Dante che| ripigliando lena| prosegue :
      Poich'ebbi dato alcun riposo al corpo estenuato per la vittoria dello spirito| mi rimisi in via per la deserta piaggia (plaga lat.)
      Sì che il pi è fermo era sempre il più basso.


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Omaggio a Dante Alighieri
offerto dai cattolici italiani
di
Tipografia Monaldi
1865 pagine 656

   

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Timavo Visione Dante