Omaggio a Dante Alighieri di
dell' inferno l 1 iIl marcii| Daniele Zappi è d'opinione che questo verso di cliiose sì contrastate altro non significhi che l'inoltrarsi di persona perplessa per sospetto d'abbattersi a malo : essendo che in istato di peritanza s'insiste sul piede fermo| che al muoversi irresoluto dell' altro piede| rimane sempre il più basso in persona uscita pure allora di gran paura. E veramente nel caso di Dante una tale spiegazione | non che disdica| ò assai propria. Ma per quel quasi incominciar dell'erta che viene appresso| e dà cenno che il poeta camminasse prima in luogo dove non era erta di sorte alcuna | non deve perdere importanza l'osservazione| che anche di presente s'usa dire fra Toscani nel tal luogo non s'alza piede : per indicare che esso luogo è posto in pianura : essendoché ne' due altri casi possibili di salire o scendere per declivio| il piede fermo trovisi essere ora il più alto| ed ora il più basso ; come apparirà di leggeri a chi ne pigli esperienza.
Ed ecco| quasi al cominciar dell'erta| Una lonza leggera e presta molto| Che di pel maculato era coperta 8.
E non mi si partia dinanzi al volto|
Anzi impediva tanto il mio cammino| Che io fui per ritornar più volte vólto.
Figurasi nella lonza l'arringo della poesia d'amore (detta anticamente la gaia scienza) e insieme la sensualità| che senza contrastare a Dante di fronte| gli si attraversava alla via tanto che fu più fiate per dar volta. Questo concetto troviam ripetuto in sentenza nel principio del Convito| dove dicesi che l'uomo desideroso di sapere è impedito dalla parte dell' anima| quando la malizia vince in lei sì che si fa seguitatrice di viziose
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