Omaggio a Dante Alighieri di
i ii lettura sul canto primoimpazienza manifesta per primo il desiderio del fine dilettevole (cioè la vista della porta del Paradiso) che non può essere che l'effetto del duro mezzo nominato appresso: cioè della cognizione de'luoghi penaci.
Aprirebbesi qui campo a mostrare la convenienza d'altri passi della Divina .Comedia colla nostra esposizione| e della Lonza alla pelle dipiììta| e della maledetta antica Lupa| e delle valle ove Dante si smarrì avanti che l'età sua fosse piena ecc. Ma facile essendo chiarirsene ad ognuno che così instruito da principio segua nella lettura del Poema| trapassiamo la noia de'super-fìui ragionamenti.
Ancora potremmo sperimentare di convincere di vanità alcune antiche e moderne interpretazioni della stessa Visione; ma avendo scritto Dante medesimo la sua Co-media essere moltisensa 16| nè lo faremmo a fronte sicura| nè far lo vorremmo altrimenti| perchè non paresse che ci recassimo a contraddire più per invidia della loda altrui| che per amore della verità; la quale se così trovata è| qual'è si rimane| mantenendosi tuttavia intatta e verdeggiante sul capo altrui la corona delle ingegnose investigazioni.
Più tosto ci volgiamo alla gioventù italiana| vani vantatori per la maggior parte| anziché animosi scgui-tatori delle dottrine e degli esempi dell' Alighieri| e con tutti gli spiriti di carità verso la patria e le lettere comuni li scongiuriamo a ristare dal seguire le scorte di molti lusinghieri arcifanfani| che con novissimo inganno promettono di far de'filosofi in fasce| e per leggiere e garrule esercitazioni di piacevole curiosità risparmiano ai teneri alunni il verace e necessario studio d'imparare a studiare. Il primo| anzi il solo e stabile
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