Omaggio a Dante Alighieri di
i ii lettura sul canto primosito| quanto fu maggiore la fatica durata. Eccliò adunque? Avrà la natura benigna dati a signoreggiare agl'Italiani i campi della più bella letteratura| perchè sdraiati vi colgano fiorellini a piacere| o non perchè con travagli c sudori ne ricavino frutti per nessun tempo corruttibili ?
0 voi che in giovine età vi mettete pel sentiero degli studii| schivate le false ed infiorate mete poste in troppa vicinanza de'vostri passi. Sdegnate la soverchia agevolezza de' metodi| la commodità delle traduzioni| ed altre simili corruttele letterarie. Contenti a pochi e perfetti esemplari fuggite la garrulità de'giornali| la mescolanza delle antologie| le frondi quinci e quindi raccolte.
Codesto è il regno de'calabroni| dove tutto si pasce in erba| e i fiori empiamente si succhiano e si spremono | non permettendo loro di trarsi a felice fruttificazione. Non è dolce il pane che non è bagnato del sudore della fronte di chi lo mangia. Sostenete| travagliatevi: sottraetevi alla pestifera adulazione| fidandovi a Virgilio| che per un sentiero angusto| ma retto| tra i sassi e le ruine vi scorgerà| e porterà egli stesso ai fonti della vera sapienza| che non s'acquista se non facendo due grandi e solenni| e quasi sovrumani passi: alla considerazione dell'infamia e delle pene a cui son consegnati i neghittosi e malvagi ; e al desiderio operativo della gloria e de'premii apparecchiati a coloro| che deliberandosi dagl'impedimenti della natura materiale| trasvolano alle vere dolcezze della vita spirituale e speculativa. E tutto questo stupendamente conformasi alle intime ragioni naturali| onde vediamo rinvigorirsi per depressione le fonti ; e le acque sostenute rendersi utili a varii opifizii con determinato declivio. Anche l'uomo
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Italiani Virgilio Avrà
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