Omaggio a Dante Alighieri di
4 54 ' dante e luterogine| ed il poeta che a lode di lei intonò i più patetici e sublimi canti. Oh misero Dante non inteso in vita| nò voluto intendere dopo morte! Quand'io lo immagino| com'egli scrisse di se| nell'atto d'invocare| all'alba d'ogni mattina| il nome del bel fior 1| e quando| dopo fatto da lui quasi tempio immortale delle sue lodi il divino poema| vedo elevarsi per ordine d'un popolo pieno di fede| coli'ingegno di artisti inspirati dalla fedo| il nostro duomo (Santa Maria del Fiore) ; ed ascolto poi quelli stessi che lo guardano e l'ammirano| affannarsi a provare che Daute e Lutero pensarono ed amarono in egual modo; che sotto le volto di quel santuario potrebbero porgersi amica la mano: io dispero| della scienza| della storia| dell' Europa. Chi attribuisce all'amor racceso nel ventre di Maria la salvazione di tutte le anime deve paragonarsi con chi téme quasi di nominarla! chi grida che la desianza di chiunque vuole una grazia| senza ricorrere a tal donna si leva al Ciclo senz'ali 2| sarà accomunato con chi rifiuta di scrivere fino a tre volte il nome di lei! qual relazione può avere il pietoso poeta| che si compiace di cantare :
La Vergin benedetta qui a diritto Laudiamo e benediamo s|
coli'empio che corre a rovesciarle gli altari? Dante la loda nella sua stirpe| progenie santissima| della quale dopo molti meriti nacque ella| femmina ottima di tutte l'altre| camera del Figliuolo di Dio| baldezza e onore dell'umana generazione 4; la loda nella sua madre Anna
1 Par. xxiii 88.
- Ivi| c. xxiii 15.
3 NcIlV/ye Maria di Dante.
* Convito| trai| iv e. 5.
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