Omaggio a Dante Alighieri di
dante e lutero i () icon gran senno e prudenza perchè la sua 11011 era indole da frate | non chc ne sparlasse| tanto se ne lodò | che (se male non leggono le moderne edizioni) si lamenta infino del poco numero dei monaci| quando parla della scesa|
Ove dovrìa per mille esser ricetto l.
Ma lasciando anche gli argomenti non sicurissimi| io dico| a rischio di scandalizzare tutto il nuvolo de'letterati sui diciotto anni| che Dante resta sempre lo scrittore più fratesco| che mai ci sia stato. Si può diro chc non vi sia ordine religioso| non monastero d'allora che non ostante i rimproveri particolari citati da me sul principio| non abbia nella Commedia onoratissimo elogio; e (ciò che più dovrebbe maravigliare)| per quelle cose appunto| onde i piccoli Luteri moderni hanno intimato ad essi la guerra| nè ad armi pari| nè con generosità di portamenti. Dei fondatori Francesco e Domenico| come innanzi ho avvertito| nessuno ha mai fatto un panegirico che vinca quello di Dante il quale toglie specialmente la materia della lode dalle loro istituzioni. In quanto ai loro seguaci| i Francescani i frati del popolo| i confidenti e consiglieri dei casolari e dei villaggi| gli uomini senza i quali in Italia non si e potuto quasi nò dipingere un quadro veramente grandioso| nè scrivere un epopea seria od un romanzo; questi vivi monumenti che rammentano con la sola corda e il capuccio un tesoro di glorie nazionali| di cui l'Italia non è più degna| sono per l'Alighieri una rota 2 della Chiesa; e dalla loro stessa umiltà e povertà d'arnese| onde in secoli di
1 Inf. XVI 102.
- Paracl| xu 110.
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