Omaggio a Dante Alighieri di
1 8 g dante ed omeroForse avverrà che quel che io penso e sento| Perch' e mestier che con velo si esprima| Sarà contorto a contrario argomento. Ma da tutto il contesto di mia rima Ben si parrà qual riverenza io porto Alla Chiesa| che tanto ci sublima. Essa mi accolse infante| e poi conforto Di perdono e speranza Essa mi diede; E senza tanto aiuto io sarei morto. Chiaro su l'arte e sul vero procede
Il tuo discorso| Omero a lui sì disse; E per beli' opra più non si richiede. Ma qual civil concetto indi ne uscisseNon veggio; e se somiglia a quel che io E nell'Atride| e nel prudente Ulisse. E Dante lo interruppe| a te non celo
Mio cor| dicendo; il tuo pensiero è mio. Un sol che affreni con diritto zelo Le voglie sparte? E questo bramo anch'io; Questo alla mente mi si è fatto luce; E l'ho sul labbro| siccome in desìo. Tu| che per grazia del supremo Duce| Poiché ti avvicinasti al bene e al vero| Vedi quello che il tempo seco adduce| Tu puoi dirmi| se avrà esser l'Impero| In che l'Italia mia pace ritrovi. E sospirando tacque. E il divo Omero La vision gli aprì dei tempi nuovi:
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