Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ dante mostrato paladino ISella monarchialoro delitto| che in mano di Dio fu via all'espiazione di quel d'Adamo ; e che finalmente sotto alle sue ali| quando il dente longobardo die di morso alla santa Chiesa| Carlo magno la soccorse| e le restituì l'esarcato di Ravenna| toltole da Desiderio 10.
Ecco adunque come l'Alighieri dalla civile autorità sopra a tutti i principi ed i consoli| che voleva in un imperatore| distingueva la temporale podestà del pontefice | come signore del patrimonio della Chiesa ; ed ecco eziandio che| sebbene facesse all'amore col romano imperio| e spendesse per lui tutti i ricchi tesori del suo ingegno e della fantasia| e sebbene l'aquila si fosse posata nelle mani a Giustiniano | pur non di meno ora gli fa dire quello| • che ei si aveva scolpito nel-P animo| facendogli commendare Carlo magno| perchè ritornò alla Chiesa le città| che Desiderio aveale tolte| e confermò la dote| che Pipino suo padre aveale fatta| aumentandola del proprio| l'esarcato di Ravenna eia pcntapoli tra il mare adriatico e l'appennino. Dove questo non avesse Y Alighieri avuto in cuore| o avesse creduto che il pontefice tenesse in sua podestà quelle terre non come signore del sacro patrimonio| ma d'imperatoria autorità| in luogo di fare a Giustiniano lodare Carlo magno di soccorso alla santa Chiesa| avreb-begli fatto gridare la croce addosso| e a Dante non sarebbero mancati nè le parole| nè gli spiriti e le forze di menargliela ; tanto più che Carlo non era imperatore in occidente per un ordine del romano imperio per via di principi quivi non interrotto| ma risuscitato da uno de'pontefici| a'quali dicevano i guelfi che avesselo Costantino lasciato ; della qual cosa come e quanto si
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