Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAViene ora alle mani| in persona altrui nel purgatorio| con uno| che d'un altro fece strazio| e tolsegli del patrimonio| quantunque ad ambidue volesse male| secondo ghibellino. Quegli| in cui ha messi i propri spiriti| è Ugo magno duca di Francia| conte di Parigi| e padre d'Ugo primo re della stirpe ciapetta. Colui poi| sopra del quale forte le mena| posciachò ha di crudeli e ignominiosi fatti vituperato altri| che di quel magno Ugo seguitarono| è Filippo il Bello re di Francia: a posta del quale fu nella città di Anagni imprigionato Bonifazio| ottavo di questo nome| e però dice che in lui un'altra volta Cristo fu catto; che gli si rinnovarono le beffe| il fiele e l'aceto| e fu morto fra nuovi ladroni| Sciarra Colonna e il Nogareto| capi della cattura. Dà a Filippo del Pilato| e peggio| perchè noi saziò la morte del pontefice indi a pochi dì avvenuta| avendo senza decreto della Chiesa| portate le mani| o come dice| le cupide vele nel tempio| rubandone i beni| che furono de'cavalieri dell'ordine del tempio; e quasi che questo non bastasse all'animo di Ugo| e' si rivolge a Dio| pregandolo che il faccia beato di vederne la condegna vendetta ìA.
E pure non ostante l'Alighieri non manco era gonfio e bogliente d'ira contro di Bonifazio; perocché egli non meno| ed insieme co'reali della casa di Francia| che aduggiava| come fa dire al magno Ugo15| tutta la terra cristiana| gli era una trave negli occhi| onde non vedeva modo che le cose pigliassero buon verso per Y imperatore| cheandavagli tanto per la mente. E fa che Ugo pure si ricordi di Carlo di Valois| che nel mille trecento uno| senza arme| perocché con soli cinquecento cavalieri| e con molto codazzo di baroni e di conti| ma forte armato
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