Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAstoli| pagarono il fio della menzogna col morire di subitanea morte ; ed Eliodoro| a cui| come fu sulla soglia del tempio| mandatovi a rubare i tesori dal re Seleuco| ad istigazione d'Apollonio e di Simone| che mulinava in Gerusalemme qualche cosa di iniquo| un cavallo| che apparve| die di calci| ed il poeta gliene sa buon grado 18.
Dall'esservi adunque poi detto che| andando l'Alighieri con Virgilio a passi lenti| e intento alle ombre| che sentiva piangere e lagnarsi pietosamente| ebbe per ventura udito dire al magno Ugo | che la Dolce Maria fu tanto povera| quanto si. può vedere per la capanna di Betlemme| dove posò il santo Portato 19| non ne seguita volesse che il pontefice non avesse la signoria del patrimonio di san Pietro| ma che lodava la virtù della povertà| della quale è stata sempre la Chiesa non solamente maestra| ma e di sè ha generato nel suo grembo ordini religiosi in altissima povertà ; e ha detto e comandato che chi ha de' suoi beni| dell' avanzo di quello| che gli bisogna per vivere ed aver modo di venire al fine| al quale sono ordinati| sia largo per giustizia a'poveri| dal cui patrimonio gli ha chiamati. Laonde nel canto medesimo loda di bellissima grazia san Nicolao| Vescovo di Mira| che andò a nuoto per un fiume a portare la dote| gittandola per la finestra| a tre fanciulle| che correvano pericolo della loro onestà 20. Solamente voleva| come ghibellino| che il pontefice oltre del sacro patrimonio di san Pietro non si allargasse| temendo chc più stretta e più difficile non si facesse la via dell' imperatore; siccome nello stesso canto fa dire ad Ugo (die i re di Francia| suoi discendenti| non facevano
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