Omaggio a Dante Alighieri di
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI* 2 I Imale| prima clie togliesse loro la vergogna la gran dote| le ricchezze e gli stati cioè avuti per matrimonio ed eredità dal conte di Tolosa e dal conte di Provenza 21 ; per il che la casa di Francia crebbe di molto la potenza della parte guelfa.
Uscendo di purgatorio e dal conflitto tra lui| in persona di Ugo e Filippo il Bello| va nel paradiso terrestre| dove| come il romano gladiatore nella meta sudante| appresso il combattimento| bagnasi per mano di Matelda nell'Eunoè| che rende la memoria d'ogni ben fatto 22. Rivestesi la sua musa di nuovi e soavi spiriti| e s'ingemma di tutte le grazie della bellezza| mettendo versi| che sentono delle aure| non che dell'innocente olezzo de'fiori di paradiso| dove Dio fece V uom buono| e gli diede il ben di quel luogo per arra d'eterna pace 23. Per vie| che olivano ovunque passava| tra il canto degli augelletti| che operavano con piena letizia ogni lor arte| e le foglie mosse dalle dolci e fresche aurette tenevano bordone| venne nell'antica selva| e capitò presso d'un rio di mondissima vena. Di là dal fìumicello era una donna| che soletta se ne andava| e cantando| veniva scegliendo fior da fiore| onde era dipinta la sua via. La pregò dalla sinistra riva molto amorevolmente che fossele a gradò di farsi presso al fiume| tanto che potesse intendere i suoi canti| ed ella gli esaudì le preghiere 24. Fu Matilda ultima erede de'marchesi di Toscana| e lasciò a'pontefici tutto il retaggio 25| ed il suo nome| non venerato| fu quasi da Dante santificato. Voleva egli adunque che si avessero bene in signoria il patrimonio della Chiesa ; nè poteva mostrarlo più bellamente | nè con maggiore affetto | che col ritrarre nel
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