Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAdesta de'papi| come signori delle loro terre e città| ma dell'imperatoria nelle parti d'occidente| clic a detta dei guelfi| avea loro lasciata Costantino| e però nel sesto del paradiso lo riprende d'aver fatto all'aquila pigliare il volo inverso 1' oriente a ritroso delle stelle 32. Nel capitolo decimo del terzo libro della monarchia s'ingegna di mostrare contra di quello| che era in voce presso de'guelfi| che non poteva Costantino donare| o lasciare in dote a Silvestro ed in lui a'suoi successori parte alcuna dell'imperiale podestà; da poiché a niuno è lecito| com'ei dice| fare quelle cose| che per l'ufficio a sè deputato| sono contrarie a esso ufficio; imperocché una cosa medesima| in quanto che è essa medesima| sarebbe a se stessa contraria; il che è impossibile. Ma contro all'officio dell'imperatore è dividere l'imperio| conciossiachè sia l'officio suo tenere ad un volere| o del si| o del no| soggiogata l'umana generazione| secondo le cose da lui discorse nel primo libro. Non poteva adunque Costantino imperatore dividere l'imperio| o concedere altrui|' chè torna allo stesso| parte alcuna dell' imperiai podestà 33.
La quale conseguenza è contro dc'guclfi| che| siccome ei dice nel principio del capitolo| dicevano che Costantino| essendo mondato dalla lebbra per intercessione di san Silvestro| donò la sedia dell'imperio| cioè Roma alla Chiesa con molte altre dignità dell'impero. Donde arguivano che quelle dignità nissuno poi le poteva ricevere se non per mano della Chiesa| e di questo seguitava che l'una autorità dall' altra dipendesse 34. La qual cosa non entrava a Dante| chc stimava di poter mostrare che la podestà imperatoria de' romani| ed è questo il subietto del terzo libro| si partiva senza mezzo
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