Omaggio a Dante Alighieri di
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI* 2 I Iche l'Alighieri distingueva il temporale principato de' papi| signori delle loro terre| dall' imperiale signoria nel civile su tutti i principi e i consoli| la quale voleva in altrui mani| e che di quello amico era ne'pontefici.
E altresì da avvertire che fa dare a Clemente del Jasone| a cui il re Antioco fu amico e cortese di grazie| ed egli| tra le altre cose| per rimunerarlo| spogliò il tempio di Gerusalemme a benefizio di lui| volendo con questo il poeta riprendere il pontefice dell'andare a versi al re Filippo| il quale col suo aiuto e co'beni| che rubò| già de'cavalieri del tempio| aveva più il-bel destro e il modo di far guerra all'imperatore 39. E adunque motto al più di brighe contro dell'impero| e col biasimare Clemente quasi di scemare i beni della Chiesa a forza di soccorsi| e dell'esser molle inverso di lui il re di Francia| vituperato in altro luogo di ladro| ribadisce ne'pontefici la signoria del sacro pa-. trimonio. Morde poi d'ironia Niccolò degli Orsini| dicendogli che bene guardasse la mal tolta moneta; perocché si credeva di que' dì che Gian di Procida àves-segli dato del danaro per avere aiuto nella congiura| che ordiva contro i franzesi in Palermo e in tutta la Sicilia| della quale era signore Carlo primo d'Angiò 40. Qui pur nulla è contro alla signoria del patrimonio della Chiesa| e nè anche ombra di simonia. E se nulla v fosseci di temporale principato| avrebbe dovuto anzi • lodare Niccolò| che biasimarlo; perocché sarebbe stato liberale| caso mai| d'aiuti al di Procida per isbandeg-giar di Sicilia un nemico dell'imperatore. Di quello| che dice di colei| che siede sopra le acque| per non parlare della medesima cosa in due luoghi| si farà il co mento colà| dove d'una visione avuta nel paradiso
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