Omaggio a Dante Alighieri di
Ģ I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIApure accordare con quello del secondo della prima cantica| e coli' epistola a' cardinali a conclave in Carpen-tras che scongiura ad eleggere un papa italiano| e combattere per il seggio della sposa di Cristo| dicendo| come poc'anzi č detto| che e Roma.
Dice poi che la Chiesa non fu allevata del sangue di san Pietro| nņ di Lino| di Cleto| ne di altri martiri suoi successori ad acquisto d'oro| ma del vivere beatissimo in paradiso 43. A questa parte del canto quella risponde del decimo nono dell'inferno| dove nel-T invettiva| in che uscģ contro di alcuni pontefici de'suoi tempi| dice che si aveano fatto Dio d'oro e d'argento 44; e l'altra del nono canto del paradiso| nella quale| poiché ha indicato che nella lumiera di Venere scintillava Raab come raggio di sole nell'acqua chiara| perchč avendo avuti al sicuro in sua casa alquanti| che Giosuč mandņ a esplorare'la terra promessa| ei la volle salva dal sacco| che poi diede a Gerico| ed ella adorņ il vero Dio ; dice per bocca di Folchetto da Marsiglia che la citta di Firenze| la quale fu posta dal demonio| per la cui invidia| cagione del peccato di Adamo| tanto si piange| produceva e spandeva i maledetti fiorin d'oro| che aveano condotti per la mala le pecore e gli agnelli| e fatto lupo del pastore 45. In tutto questo non entra ne ombra| nč lampo di principato| o di monarchia; ma sdegno e ira contro dell'avarizia. Fa non di meno che appresso venga san Pietro dicendo che non fu sua intenzione che parte del popolo cristiano sedesse a destra de'suoi successori e parte'a sinistra 46 ; ovvero in altri termini che i guelfi stessero a diritta| ed i ghibellini a manca. Quelli volevano che i pontefici| signori delle loro cittą| soli
| |
Carpen-tras Cristo Roma Chiesa Pietro Lino Cleto Dio Venere Raab Giosuč Gerico Dio Folchetto Marsiglia Firenze Adamo Pietro
|
