Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAPietro fosse in figura di sigillo a' privilegi che ei chiama venduti e mendaci ; perocché vedeva che i pontefici la facevano da imperatori| che li solevano concedere ad acquisto d'oro nelle terre| dove ponevano i loro podestà| per fare le guerre e mantenere in lustro la loro corte| e però sapevagli reo che li concedessero i papi| e vedeva oltre a ciò che Bonifazio| e Clemente| guascone di condizione| e Giovanni Caorsino| contra de'quali pur trasanda nell'ira 52| avevano modo per questa via di farsi a rompere i disegni e le trame| che gl'imperatori facevano e ordivano sopra l'Italia. Jacopo d'Euse di Caorse| eletto papa col nome di Giovanni XXII| aveva poste| come dicono le istorie di Giovanni Villani| le riservazioni sopra tutti i benefizi della cristianità| e nelle sue bolle dicevasi vicario dell'imperio| e non essere imperatori nò il Bavaro| nò Federigo d'Austria| ma egli stesso ; sicché di molto oro fu trovato alla sua morte in mano a' tesorieri| radunato a sua industria e sagacità| avendo avuto però in mente di fornire il santo passaggio d'oltre mare| e molto altro ne aveva già speso in Lombardia| dove|. secondo le dette istorie| manteneva in grande stato un suo nipote per combattere i tiranni| e mandare a vuoto i disegni| i maneggi e le arti dell'imperatore.
Aveva Dante più volte avuto delle cose all'amichevole con Bonifazio| ed ebbe da lui il più delle volte quello| che gli aveva chiesto| eccetto che l'ultima contro del Valois| quantunque si può tenere per certo clic egli allora con gli altri ambasciadori avesse aperto l'animo a'consigli e alla volontà del papa. Se non clic| prima che in Firenze si fosse messo in pratica il piacer del pontefice| quivi già per mano di Carlo di Valois
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