Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAda Dio gì'impetrò| e tanto giù cadde| che alla salute sua tutti gli argomenti furono corti| sicché non c' era altro rimedio che mostrargli le genti perdute 56. Nel canto vegnente| rivolta a Dante| mise in più acerbo latino quel che di lui aveva detto agli angioli| ed ei ben ne conobbe il veleno dell'argomento. In questo che ella diceva| Matilda lo trasse per il fiume Letè insino a gola| e presso all'altra riva abbracciandogli la testa| tutta gliela immerse; onde convenne che inghiottisse di quell'acqua. Indi lo tolse| e così bagnato lo pose dentro alla danza di quelle donne| che erano figura delle quattro virtù| che il menarono a Beatrice presso del grifone 57; il quale mosse tosto il benedetto carro e come ebbe passeggiato l'alta selva| il legò ad una pianta| che in ciascun ramo dispogliata era di fiori e fronde| la quale subitamente s'innovò| e Beatrice| che n'era discesa| vi rimase a guardia.
Il grifone| mezzo aquila e mezzo leone| o| come lo chiama il poeta| persona in due nature| è figura di Gesù Cristo. In quanto aquila significa la divinità| e l'oro di cui avea le membra quanto uccello| ne indica lo splendore; ed in quanto leone è simbolo della umanità 58. Il carro| come si vede da'seniori| da'candelabri| dalla compagnia delie virtù e degli apostoli| da'cori e dalle loro salmodie| viene a figurare la Chiesa. La pianta| a cui legato era il carro| è quella della quale Adamo ed Eva mangiarono del frutto vietato| e da loro tanta gola e appetito se ne mise ne'discendenti| che rimase vedova d'ogni fiore e fronda. Colla visione adunque del carro dal grifone legato all'albero| alla cui ombra Adamo ebbe prevaricato ad istigazione della donna fotta della sua costa| volle Dante significare che Cristo ne riparò
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