Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAquest' ultima parte della sua visione con parole e immagini | che| se di que' dì non erano sconcie| ' sono oggidì| come dice il Balbo| contrarie anche alla modestia e al decoro del costume. Va a Brunone a sangue e in succo di vedere sotto il nome e la figura del drago| non Fozio| da cui lo scisma greco| ma satana| dicendo che egli per invidia mise nel papa la voglia della temporale signoria| che| secondo che chiosa| guasta il fondamento dell' edifizio di Cristo ; imperocché il fondo del carro| che il dragone seco trasse colla coda| e lo spirito d'umiltà e di povertà| posta da Gesù Cristo a base e principio della sua Chiesa| per il che satana col fondo rapito se ne va per le torte vie| mostrando ne'suoi ravvolgimenti letizia del colpo fatto. Ma chi ha studiato nel poema e nelle altre opere di Dante| ed è pratico de' fatti e delle opinioni di que'tempi| conosce di leggieri che il poeta lasciò correre lo sfregio e l'ira dal vaso ghibellino| mirando di mal occhio gli accordi del pontefice Bonifazio co'reali di Francia| e più il trasferimento in Avignone della cattedra di san Pietro ; perocché vedeva che da ciò più si tarpavano le ali all'aquila imperiale. Diasi adunque pace Brunone | chè qui pure non si parla della temporale signoria de' papi su' beni del loro patrimonio| ma dell'imperatoria podestà nel civile su tutti i principi| che l'Alighieri voleva la Chiesa non si prendesse| per lasciarla in un imperatore da ciò| e ricordisi che quando Filippo il Bello| s'impadronì d'una parte de'beni del sacro principato| egli il ferì d'altissima ira. Bello e che Brunone| poiché in più luoghi ha chiosato| come qui| a modo suo le immagini e le parole dell'Alighieri al peggio tirandole| raccomanda a' giovani lettori che
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