Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAe avevano in protezione ogni scandalo| che vi si faceva ; similmente de' due Innocenzi terzo e quarto| c di altri grandi| da' quali venne di gran bene anche all' Italia| e l'essersi pure al tutto passato di Benedetto XI| successore di Bonifazio.
Nella cattività eziandio| come si dice| di Babilonia| fecero i papi non poco prò all'Italia| e si mostrarono più Uberi| che non si crede dalla tirannia ed ambizione del re. Giovanni XXII manteneva| secondo che si è detto più innanzi| un nipote in grande stato nelle parti di Lombardia| o per guastare quanto poteva il nido all' aquila imperiale| che avea posto di qua dalle alpi| o per impedire che più oltre volasse; perocché dove le fosse riuscito di stringere tutta l'Italia negli artigli| niuna potenza umana avrebbe potuta ritoglierla. Seguivano le parti de'bianchi ghibellini Bologna| Pistoia| Pisa e la città d'Arezzo e stava in mezzo Firenze| guelfa nera| contro di tutti| ed aiutata da Lucca| non solo difendevasi| ma offendeva. Roberto| duca di Calabria| rimasto| appresso alla morte di Carlo Martello| primogenito del re di Napoli| mosse grosso| come narra il Villani| coli'esercito fiorentino contro di Pistoia| nido de'fuorusciti bianchi governati da Tolosato degli Uberti. I lucchesi vi corsero a campo da un altro lato| e l'assedio fu posto. Due legati vennero di Francia pacieri tra quelle parti accanite. Il duca di Calabria ubbidì| e se ne ritornò| ma i fiorentini e i lucchesi non diedero retta| e a tanta crudeltà si venne che a chi usciva della terra| se uomo| era tagliato il piede| e se donna| il naso. Bologna in quel mezzo| cacciati i ghibellini| si volse in guelfa| onde anche i pistoiesi bisognò si arrendessero. La loro città fu sinu-
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