Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIAdagli archivii| onde più si veggono in palese le scelleratezze e le tirannie di Calvino e de' suoi seguitatoli| e le male arti| onde la vii moneta uscita dal loro conio | s'imputava a'cattolici. Più che mai si fa in molte parti della studiosa Germania| dove nuove calunnie e ne-fandità e nuovi intendimenti de' vecchi maestri e discepoli in eresia ora si conoscono a lume di documenti per istudio di molti ; che ogni dì più quivi si riaccendono l'acuto ingegno alla lampana della Chiesa cattolica. Un alemanno dottissimo ha ora dimostrato colle scritture eziandio| che Cola di Rienzo dalle oscure prigioni di Boemia mandava ad Ernesto di Parbubitz| arcivescovo di Praga| che egli| il quale tuttodì ò chiamato V acerrimo nemico della temporal signoria de' papi| ed è creduto falsamente come il restauratore di Roma repubblicana| di Roma pagana| non è il successore dell' eretico bresciano Arnaldo| vergognosa e trista memoria del secolo duodecimo| ma bensì colui| che investito del potere legittimo dal sommo pastore| civilmente lo rappresentava. Nella dignità tribunizia| che prese per avversione alla senatoria| della quale aveano tirannicamente abusato i nobili romani| e che meglio a lui si addiceva| figliuolo che fu di Lorenzo il tavernaio e di Madalena lavandaia del rione della Regola| esercitava nel fatto un' autorità| che non veniva a differire da quella usata per lo innanzi dal senatore. Stanco della dura servitù della patria tiranneggiata da potenti baroni| cercava potentemente di abbatterli per ridur Roma| che chiama santa città| capo del mondo e fondamento della cristiana fede| in pace ed a stanza sicura de' pontefici| che andò in Avignone a supplicare che| siccome alla sposa| vi facessero ritorno. Ccr-
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