Omaggio a Dante Alighieri di
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI* 2 I ICommedia; laddove dì rado e quasi di nascosto vi si mostra. Era avviso all' Alighiero che un imperatore a quel modo che egli andava per la mente| avrebbe fatto rivivere al mondo l'età dell' oro| la quale si fu una rimembranza| che la mitologia conservò della primitiva felicità dell'uomo innocente; avrebbe però dovuto darne un buon saggio nel paradiso almanco della terra| dove sei volte cantò. Ma quivi dell'imperatore non si parla che una sol fiata a modo di profezia| e dicesi anzi che l'aquila era tuttavia spennata dal papa| e che tra lui e Filippo| forte avversario dell'aquila| erano cose grosse. Oltre a che la fine d'ogni poema| come di qualsivoglia cosa| dee rispondere al principio| e far vedere la proposizione| o tutto il concetto non più rivestito di parole e ravvivato d'immagini| ma di se vestito e vivo realmente nel fatto. Ma la Commedia di Dante finisce senza l'imperio| ed anzi di quanto più si avvicina al termine| di tanto più se ne perde l'ombra. Se adunque il concetto politico fosse il principale| ne seguiterebbe che il più bello e compito poema| che le divine muse abbiano cantato| sarebbe senza conclusione. Sì bene il principale concetto è teologico| e particolarmente l'espiazione delle colpe| che nella prima metà dell' umano viaggio fanno la selva di Dante; e degli amori colpevoli| non già di parte| forte Beatrice lo rimproverò colà sotto albero| dove per Adamo peccatore incominciò la selva selvaggia del mondo 73. Non aveva bisogno in quel punto d' un buon confessore| ma di essere acconciato dell' anima in virtù del pentimento| che suol nàscere da prima dalla considerazione delle pene| e basta a salvazione col sagramento della penitenza . Il perchè Beatrice gli disse che per lui non c' era
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