Omaggio a Dante Alighieri di
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI* 2 I Ioscurità| ed il poeta vuol far servire il restauramelo dell'umanità colla manifestazione della vita futura come mezzo ad una riforma politica e alla civil libertà. Ecco però come| non avendo considerata la differenza| che Dante pone tra il temporale principato de'papi sul patrimonio della Chiesa| che in loro voleva sano e salvo| e la podestà imperatoria dall' altro lato sopra a tutti i consoli ed i re| la quale voleva in un imperatore| fosse egli Arrigo settimo| e Alberto tedesco| o altri| e non avendo nel sacro poema veduto che o solo il concetto politico| ovvero il principale| per venire in conclusione a spogliare i pontefici della loro signoria| non soltanto mena il sommo filosofo e poeta in contradizione| ma lo tira in pagania. La quale fu ed è allontanamento dal divino principio| e un convertire in mezzo ciò| che ò fine| secondo che fecero i gentili| i quali invece che Dio| adorarono le creature| che dovrebbero essere| come dice il soave poeta| scala al Creatore| e però un mettere| come pur ora si fa| gli uomini in luogo di Dio| adorando in loro il naturale ingegno| talvolta oscurato dagli errori| piuttosto che i doni della divina grazia e virtù| e le rispondenze a merito e corona di eterna gloria nei santi del calendario della Chiesa. Col volere adunque far servire la manifestazione della vita futura come mezzo ad una riforma politica| che è secondo Brunone il voto supremo per via dell' imperio| altro non si vuole che la pagania| e capovolgere l'opera di Dante; il quale se voleva un imperatore| non intendeva niente di meno che egli non fosse al romano pontefice in alcuna cosa soggetto| essendo questa mortale felicità| com'ei dice| all'immortale ordinata 79. Chi adunque per chiose volesse ridurre l'Alighieri a' termini di Brunone| vorrebbe far
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