Omaggio a Dante Alighieri di
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI*
2 I IDa questa parte con virtù discende|
Che toglie altrui memoria del peccato j Dall' altra| d' ogni ben fatto la rende.
Quinci Letè| così dall' altro latoEunoè si chiama| e non adopra| Se quinci e quindi pria non è gustato.
Purg. xxxiii 127.
Ma vedi Eunoè| che là deriva :
Menalo ad esso| e| come tu se' usa| La tramortita sua virtù ravviva.
23 xxvm 91.
Lo sommo Bene| che solo a sè piace|
Fece Y uom buono j e il ben di questo loco Diede per arra a lui d' eterna pace.
24 Ivi 34.
Co' piè ristetti| *e con gli occhi passai Di là dal fiumicello| per mirare La gran variazion de' freschi mai.
E là m' apparve| sì com' egli appare Subitamente cosa| che disvia Per maraviglia tutt' altro pensare|
Una donna soletta| chc si già
Cantando| ed iscegliendo fior da fiore| Ond' era pinta tutta la sua via.
Deh| bella Donna| eh' a' raggi d' amore Ti scaldi| s'i' vo' credere a' sembianti| Che soglion esser testimon del cuore|
Vegnati voglia di trarreti avanti|
Diss' io a lei| verso questa riviera. Tanto eli' io possa intender che tu canti.
Tu mi fai rimembrar dove e qual' era Proserpina nel tempo che perdette La madre lei| ed ella primavera.
Come si volge| con le piante stretteA terra ed intra sè| donna che balli| E piede innanzi piede appena mette ;
Volsesi in su' vermigli ed in su' gialli Fioretti verso me| non altrimenti Che vergine che gli occhi onesti avvalli ;
E fece i prieghi miei esser contenti|
Sì appressando sè| che '1 dolce suono Veniva a me co'suoi intendimenti.
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Letè Eunoè Diede Subitamente Ond Donna Proserpina Fioretti
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