Omaggio a Dante Alighieri di
Ì I \ DANTE MOSTRATO PALADINO ISELLA MONARCHIA
94. E quando il dente longobardo morse La santa Chiesa| sotto alle sue ali Carlo Magno| vincendo| la soccorse.
Ornai puoi giudicar di que' cotali|
Ch'io accusai di sopra| e de'lor falli| Che son cagion di tutti i vostri mali.
L' uno al pubblico segno i gigli gialliOppone| e 1' altro appropria quello a parte| Sì eh* e forte a veder qual più si falli.
Faccian gli ghibellin| faccian lor arteSott' altro segno ; che mal segue quello Sempre chi la giustizia e lui diparte.
48 Parad. xvii. 61.
E quel che più ti graverà le spalleSarà la compagnia malvagia e scempia| Con la qual tu cadrai in questa valle ;
Che tutta ingrata| tutta matta ed empia| Si farà contra te j ma poco appresso Ella| non tu| n' avrà rossa la tempia.
Di sua bestialitate il suo processoFarà la prova| sì eh' a te fia bello Averti fatta parte per te stesso.
49 Parad. ix 124.
Ben si convenne lei lasciar per palma In alcun cielo dell' alta vittoria| Che s' acquistò con 1' una e 1' altra palma ;
Perch' ella favorò la prima gloria Di Josuè in su la Terra Santa| Che poco tocca al papa la memoria.
50 Parad. xv 139.
Poi seguitai lo imperador Currado| Ed ei mi cinse della sua milizia| Tanto per bene oprar gli venni in grado.
Dietro gli andai incontro alla nequiziaDi quella legge| il cui popolo usurpa| Per colpa del pastor| vostra giustizia.
Quivi fu' io da quella gente turpa Disviluppato dal mondo fallace| Il cui amor molte anime deturpa|
E venni dal martirio a questa pace.
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