Omaggio a Dante Alighieri di
i 88 LA MENTE VERA DI DANTEdove l'Alighieri fa ragionamento della congiunzione del pastorale colla spada:
Soleva Roma che '1 buon mondo feo|
Due Soli aver| che l'una e l'altra strada Facean vedere| e del mondo e di Deo.
L'un l'altro ha spento| ed è giunta la spada Col pastorale| e l'uno e l'altro insieme Per viva forza mal convien che vada|
Perocché giunti| l'un l'altro non teme. Se non mi credi| pon mente alla spiga| Ch'ogni erba si conosce per lo seme. (Purg. xvi)
Qui o è il germe della monarchia Dantesca| o più probabilmente si allude al diritto pubblico del medio evo| che alcuni interpretavano per le due podestà da Dio immediatamente affidate al pontefice| e da questo delegata al principe o all' imperatore la podestà della spada| ma da esercitarsi al nuto del pontefice: onde in un soggetto solo sarebbersi congiunti la spada e il pastorale. Nella quale opinione pareva a Dante che l'un potere spegnesse l'altro | o sorgesse lotta fra i due poteri | o ne fosse diminuita la facilità dell' esercizio e la riverenza. I contrasti della Chiesa e dell'Impero sarebbero la spiga o il frutto di quella pianta. Roma e i due Soli| idea universale contenente la Chiesa e l'Impero| ovunque l'Impero risiedesse| e inoltre la tendenza di Dante a universaleggiar le sue idee ; ci rendono probabile questa interpretazione ; la quale nulla ha di comune col governo particolare e temporale della Chiesa. Ma infine se di qui vogliasi inferire che pure nello Stato pontificio mal si convenga di congiungere la spada col pastorale | quasi che l'un Sole coi mondani vapori l'altro impedisca nel suo cammino | o ne veli ed oscuri la santissima luce (e ciò solo viene a dire la metafora: l'un
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