Omaggio a Dante Alighieri di
290 LA MENTE VELIA DI DANTEE di nuovo le avarizie e le simonie:
Nè eh' io fossi figura di sigilloA privilegi venduti e mendaci| Ond' io sovente arrosso e disfavillo.
In veste di pastor lupi rapaciSi veggion di quassù per tutti i paschi. 0 difesa di Dio | perchè pur giaci ?
E ora fuori del nostro assunto il ridurre a misura onesta simili invettive. E la fede di Dante| fede cattolica in Cristo e nel suo Vicario| è talmente il fondo e l'origine altissima della sua inspirazione| clie sogna veramente il Rossetti nel supporgli il pensiero di una riforma religiosa. Al quale proposito sono freschissime di verità e di opportunità quelle ammonizioni:
Avete il vecchio e '1 nuovo Testamento E'1 Pastor della Chiesa che vi guida: Questo vi basti a vostro salvamento.
Se mala cupidigia altro vi grida |
Uomini siate e non pecore matte .
Sì| che il Giudeo tra voi| di voi non rida.
Non fate come agnel che lascia il latte . Della sua madre| e semplice e lascivo | Seco medesmo a suo piacer combatte. (Parad. v)
Sì bello e sì candido ò il programma religioso dall'Alighieri formolato agi' Italiani. Altrove mi venne accennata la sua Monarchia universale (Diritto pubbl. della Chiesa e delle genti cristiane| lib. i| tit. xxxv). Ripeterò qui solamente che le aspirazioni Teutoniche e V impero universale sono da annoverarsi tra quei fantasmi| nei quali i naufraganti politici sognano di vedere un porto nella procella. Brutalmente sognava Hobbes| e nobilmente l'Alighieri| trasportando nei nostri tempi quell'ultimo tempo| in cui fìet unum ovile et xinus pastor.
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