Omaggio a Dante Alighieri di
DANTE E BONIFACIO Vili
Certo al tuo core la memoria spiacque De' pungenti sarcasmi onde il feristi ; E ne fa fede il duol che in te non tacque|
E la mesta armonia di che vestistiPietosamente il verso in cui l'orrenda m Scena pingesti fulminando i tristi.
Come avvien che più puro il sol risplenda Posciachè disparì la nube avversa Che de' suoi raggi alla virtù fea benda;
Cotale| o grande| innanzi alla perversa Tragedia clic vedesti| all'intelletto Del ver la faccia ti splendea più tersa.
E forse al tuo pensier l'alto concettoBalenò che a quel sommo ardea nell'alma| E sospir era del tuo casto petto.
Forse... Ma tosto il cielo a quella palmaChe i giusti attende il trasse; e tu lunghi anni Piangesti ancor la disiata calma.
Piangesti| e invano| ohimè ! che sempre a' panni Invidia avesti; e riveder più mai Non ti fu dato il tuo bel San Giovanni.
Lungo dal suol natio| traendo guai| Povero| derelitto| illacrimato| Mirasti de' tuoi dì gli ultimi rai.
E mentre spesso anco a' più vili è datoSuperbo avello| un breve marmo appena Chiuse (ahi colpa I) il tuo cenere onorato.
Tu frattanto com' aquila che piena Di sua virtù natia leva le penne| Sdegnosa della grave aura terrena|
| |
DANTE E BONIFACIO Vili Scena Posciachè Tragedia Piangesti Invidia San Giovanni Povero Mirasti Sdegnosa
|