Omaggio a Dante Alighieri di
3 I 0 LA FILOSOFIA DELLA DIVINA COMMEDIAaltri esseri fuori di se la propria bontà| secondo un maggior o minor grado di assimilazione a se stesso. Ad prò-ductionem creaturarum nihil aliud movet Deum| nisi sua bonitas| quam rebus aliis communicare voluti secundum modum assimilationis ad ipsum 1. Questa pure ò la sentenza di Dante:
Non per avere a sè di bene acquisto|
Ch'esser non può| ma perchè suo splendore Potesse risplendendo dir : sussisto ;
In sua eternità| di tempo fuoreFuor d'ogni altro comprender| come piacque S'aperse in nuovi amor P eterno Amore 2.
Giustamente all'amore divino è attribuita la creazione| sì perchè la volontà d'impartire il bene è amore| e sì perchè dal caldo dell'amore vennero come a dire fecondati gli archetipi divini| rilucenti nel Verbo eterno di Dio| sicché raggiassero fuori di sè le esistenze reali| quasi corpo che ripete la sua figura nello specchio.
Ciò che non muore e ciò che può morire Non è se non splendor di quella Idea| Che partorisce amando il nostro Sire.
Chè quella viva Luce che si meaDal suo lucente| che non si disuna Da lui nè dall'Amor che in lor s'intrea|
Per sua bontade il suo raggiare aduna Quasi specchiato in nove sussistenze Eternalmente rimanendosi una 3.
Da Dio passando alle separate intelligenze| ossia agli Angioli| la cui esistenza benché si sappia per fede| tuttavia è persuasa eziandio dalla ragione 4. Dante ce
1 Contra Gentiles 1. n| c. 46.
2 Inf. xxvii.
8 Parad. xill.
4 S. Tommaso dimostra ciò dal fine stesso | onde Iddio fu mosso alla creazion delle cose ; il quale fu la comunicazione della
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