Omaggio a Dante Alighieri di
3 I 0 LA FILOSOFIA DELLA DIVINA COMMEDIAMa nostra vita senza mezzo spira
La somma benignanza e l'innamora Di sè| sicché poi sempre la disira l.
H fine dovendo corrispondere al principio| l'anima umana| la quale ha per principio il solo Dio| in lui e non altrove| ha 1'oggetto quietativo di tutti i suoi desiderii. Laonde essa è nel corpo| quasi crisalide nel bozzolo| da cui tende a sprigionarsi| per volare alla perfetta giustizia in seno a Dio.
Non v'accorgete voi che noi siam vermi| Nati a formar l'angelica farfalla| Che vola alla giustizia senza schermi 2 ?
Per tal cagione le creature tutte ci chiamano a Dio| e nondimeno l'uomo stolto tien gli occhi fermi alla terra| da cui per distaccarlo Iddio lo percuote co' suoi flagelli.
Chiamavi il ciel e intorno vi si gira| Mostrandovi le sue bellezze eterne. E r occhio vostro pure a terra mira ?
Onde vi batte chi tutto discerne 3.
Questo sollevarci a Dio| che fanno le creature| è da Dante espresso ripetutamente nel suo poema. A noi basterà riportarne due luoghi. Il primo sia questo :
Guardando nel suo Figlio con l'Amore| Che l'uno e l'altro eternalmente spira| Lo sommo ed ineffabile Valore|
Quanto per occhio e per mente si giraCon tant'ordine fe| ch'esser non puote Senza gustar di lui chi ciò rimira 4.
Il secondo lo riporteremo in tutta la sua lunghezza| per-
1 Parad. vii.
2 Parad. x.
3 Purg. xiv.
* Parad. x.
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