Omaggio a Dante Alighieri di
3 I 0 LA FILOSOFIA DELLA DIVINA COMMEDIAmo| e s'accese di lei sì focosamente| clie ogni altra cura gli si svelse dal cuore. Lo abbiamo dalla sua medesima bocca. Imperocché nel Convito| dopo aver detto come dalla lettura di Boezio e di Tullio era entrato in grandissima opinione della filosofia| soggiunge: « E da questo immaginare cominciai ad andare là| ov' ella si dimostra veracemente| cioè nelle scuole de'Religiosi e alle disputazioni de'filosofanti; sicché in piccol tempo| forse di trenta mesi| comiuciai tanto a sentire della sua dolcezza| che il suo amore cacciava e distruggeva ogni altro pensiero »
Ma quand'anche mancasse questo indubitabile argomento | basterebbe la considerazione della dottrina professata da Dante. Due sono i punti che differenziano radicalmente la filosofia scolastica da tutte le altre; cioè l'origine delle idee e la teorica della composizione sostanziale de'corpi. Gli scolastici tengono la via di mezzo tra i due estremi del sensismo| pel quale 1' idea non è che sensazione trasformata| e del razionalismo| pel quale V idea| dopo molti andirivieni| si riduce a Dio stesso| direttamente intuito dalla mente nostra. Per gli scolastici l'idea| obbiettivamente presa| è una ragione percepita dall'animo| nel volgersi che esso fa alle cose sensibili| nelle quali scorge per virtù ricevuta da Dio ciò| che in esse il senso non può discernere| e quinci sollevasi per nuova astrazione a più alti concetti. L'uomo non essendo nè bruto| nè angiolo| ma partecipando dell' uno e dell' altro| non ristà ai meri sensibili| nè è volto direttamente agi' intelligibili; ma nel sensibile scorge l'intelligibile| e dal mondo corporeo si solleva all'incorporeo e a Dio| che dell'uno e dell'altro è creatore. Or questa
1 11 Convito| trattato secondo| capitolo xm.
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