Omaggio a Dante Alighieri di
3 I 0 LA FILOSOFIA DELLA DIVINA COMMEDIAvoglia corporea| le potenze organiche relative all'umano composto| quelle cioè della vita e del senso| restano in lei spente in quanto all' atto| e sol sussistono nella loro radice; accadendo il contrario della sua parte divina| cioè delle facoltà intellettuali| le quali non risedendo negli organi ma in lei sola| non pure sono attualmente superstiti| ma acquistano maggiore energia| per la sua separazione dal corpo. Ascoltiamo lo stesso Dante :
Apri alla verità| che viene| il petto| E sappi che sì tosto come al feto L'articolar del cerebro è perfetto;
Lo Motor primo a lui si volge lieto Sovra tant'arte di natura| e spira Spirito nuovo di virtù repleto.
Che ciò che trova attivo quivi tiraIn sua sustanzia| e fassi un alma sola| Che vive e sente e sè in sè rigira.
E perchè meno ammiri la parola|
Guarda il calor del Sol che si fa vino| Giunto all'umor che dalla vite cola.
Quando Lachési non ha più del lino| Solvesi dalla carne ed in virtute Seco ne porta l'umano e il divino.
L'altre potenzie tutte quante mute| Memoria intelligenzia e voluntade In atto molto più che pria acute l.
Quindi apparisce la congruenza della risurrezione de' corpi; la quale| benché indebita alla nostra corruttibile natura| le è nondimeno assai conforme; stante il rimanere in certo modo dimezzata nell'anima immortale la parte| diciam così| umana delle sue facoltà| di quelle cioè che corrispondono all'organismo. Onde segue che fuori del corpo la sua personalità non sia intera del tutto| non per parte della sussistenza| giacché
1 Purg. xxv.
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