Omaggio a Dante Alighieri di
318 DANTEDell' errore mondan| ci mostra il Vate L'uomo in balìa del proprio istinto; il Duce Che mandato dal Ciel gli porge aita| E' la Ràgion| che alla diritta via Guida| se splende a lei lume superno. Vero ò che all' alta meta unqua non vassi Da chi non teme| non ispera e crede; Indi la idea d'impaurir la colpa| Stimolar la virtù. Trema la prima Al tenebror della prigione eterna Che il mal dell' universo accoglie ed ange; Si alièna l'altra su per l'arduo monte| Ove conforto al duolo è la speranza; Di là volando d' astro in astro| ammira La gloria di Colui che tutto move| Sì che alla Terra riguardar disdegna. Questo che di cattolica morale
Puro è concetto| una bastarda scuola Torce a' suoi sogni| e in sogno reo trasforma. Serva del ventre| essa dell'uom disfatto| 0 fatto| a immagin sua| servo del ventre| Plasmar presume il cittadini beve opra| Se altro non vuoisi che alla chioma e al mento Dar norma| e foggia antica o nova a' panni; E far che tal parvenza abbia al sembiante Conforme il guardo| il gesto e la favella| Onde sentenzii d'ogni cosa| e ardisca Preporsi a tutto| e giusto solo appelli Quanto fa| quanto pensa; e alfin passando Dalla stoltezza all'empietà| coroni La gloria sua col dir che non v'ha Dio| Se non è quel ch'ella conoscer degna.
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