Omaggio a Dante Alighieri di
DANTEMa il cittadin| che meno ami sč stesso
Della sua patria| e a lei molto pių renda Che da lei non riceva| e la desii Libera| saggia| pia| florida| forte Della sua propria forza| e frema e pianga| S'ella a' suoi figli sia di pianto obbietto E di ludibrio allo stranici1| costui Non č di sčtte tenebrose alunno| Ma di cattedre eccelse irradiate Della luce d'un Sol che non tramonta.
Tal č la scuola in cui siede legista D'alta civilitā l'alto Poeta. Eppur vien detto avverso al loco santo IT siede il Successor del maggior Piero ! Quasi ei| di tutti gli uomini maestro| Non ritraesse in pagine viventi Colpe| virtų| premii| castighi e pene| Per insegnar quello che Roma insegna! Quasi egli Dio| di Dio la Madre| i Santi| Le alate gerarchie che fan corona| Ossequenti coorti| all'Uno e Trino| Non celebrasse| al cielo assorto| in carmi Risuonanti armonia di paradiso I Unico pių che del bel numero uno Di que' che han fede nella Fč di Cristo| Ei par dal labbro aver del Verbo stesso La legge appresa che vince ogni errore; Con tanta la suggella ignea parola Sul bronzo in cui la maggior gloria č sculta Dell' italo pensier luce del mondo.
0 voi che avete gl'intelletti sani|
Voi fortunati che drizzaste il collo
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