Omaggio a Dante Alighieri di
328 DANTE ALIGHIERI
« Un solo principato e un principe avere| il quale tutto possedendo| e più desiderare non possendo li Re tenga contenti nelli termini delli regni sicché pace intra -loro sia| nella quale si posino le cittadi ».
E nella lettera ad Arrigo| così apostrofa gl'italiani:
« Vegghiate tutti| e levatevi incontro al vostro Re| o abitatori d'Italia| e non solamente serbate a lui obbedienza| ma come liberi il reggimento ».
Dunque Dante voleva rispettati i varii regni e molteplici principati| ed al suo monarca non assegna che un supremo giudicato sulle altre potestà tutte| che egli vuole libere ed indipendenti : Ora essendo ciò vero| come ci pare innegabile| non è assurdo l'asserire| che fra tutti gli stati volesse veder schiantato quello dei Pontefici? Tanto più assurda sarebbe l'assertiva in quanto che solennemente| e senza ambagi| egli si fa a lodare le donazioni| mercè le quali i successori di S. Pietro si videro coperti della porpora dei re.
« Il Vicario di Dio poteva ricevere le donazioni non come possessore| ma come dispensatore: Non tam-quam possessor| sed tamquam dispensator ».
Ed altrove « Il dire che la Chiesa usi male il patrimonio a se deputato è molto inconveniente .... Dicere quod ecclesia abutatur patrimonio sibi deputato est valde inconveniens ».
Ahi! Constantin di quanto mal fu matre Non la tua conversion| ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre.
Ecco in preferenza i versi| che apprestano armi agli awersarii del potere temporale| armi fragili in verità quando si voglia essere di buona fede.
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