Omaggio a Dante Alighieri di
37 2 il veltrofra il Poema sacro ed il Viaggio de sette giorni sono di una certezza tanto al di sopra d' ogni dubbio| quanto più evidentemente si è da noi provato negli Studii medesimi | che il Poema e il Viaggio hanno lo stesso Luogo d'azione| la stessa allegoria teologica| la stessa allegoria poetica| lo stesso senso morale| le stesse vie| gli stessi modi| lo stesso linguaggio mistico-simbolico | che| una volta imparato | è facile ad esser tradotto in linguaggio mistico-ascetico. Ciò premesso| assommeremo il Canto I in ambo i linguaggi ; - e parrà manifesto| che | se non voglia spezzarsi il filo del discorso| e convertire un racconto ordinatissimo in paradosso| non si può dare al Veltro altra interpretazione che Gesù Cristo venturo innanzi il Giudizio universale| per dare alla Terra| nelle sue qualità d'Imperatore e di Pontefice| un secolo di beatitudine| rimettendo nelV Inferno la Morte| da cui procede ogni lutto.
Il Canto I in linguaggio mistico-simbolico così suona: « Io mi ritrovai per una Selva oscura nel mezzo del cammino di Vita nostra. Ne fuggii pien di paura| e| poi che fui giunto ai termini di una Valle che compun-semi il cuore| riposai il corpo lasso appiedi di un Colle. Quindi ripresi la via che mena al Monte. Ma| mentre io saliva lentamente pel Deserto eh' è alle falde del Monte| ecco farmisi incontro tre fiere ; una Lonza| un Leone ed una Lupa| ed impedirmi il cammino. Superai gli ostacoli della Lonza e del Leone| ma la Lupa| venendomi incontro a poco a poco| mi respingeva là dove tace il sole. Allora m'apparve Virgilio| e mi disse: A te conviene di tenere altro viaggio| perchè la Lupa non lascia andare gli usciti dall' Egitto a loro talento | ma tanto gì' impedisce di risalire il Monto| che| non prendendosi
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